Parliamo di libri adolescenza. Sofia Bignamini è stata allieva del famosissimo Gustavo Pietropolli Charmet ed è una psicoterapeute più conosciute e apprezzate in Italia. Il suo lavoro l’ha portata nel tempo a confrontarsi con il mondo dei ragazzi preadolescenti.
Pensando a loro e alle loro famiglie ha scritto un volume molto bello e fruibile: I mutanti, edito da Solferino. Il testo raccoglie le sue esperienze come terapista e ci mostra un fatto quanto mai interessante per capire il mondo contemporaneo.
Libri adolescenza, cosa leggere
Se fino a pochi anni fa l’adolescenza era universalmente riconosciuta come il periodo più critico per lo sviluppo della mente e dell’individualità, adesso, con il contesto sociale iper-connesso la progressiva precocizzazione di tutte le esperienze, questa fase cruciale sta iniziando a verificarsi nella mente e nel comportamento dei ragazzi sempre prima.
La preadolescenza quella breve fase che prelude alle trasformazioni fisiche e ormonali della pubertà , è ora un periodo complicato e al centro delle paure dei genitori.
I figli, da bambini passano improvvisamente a una farse in cui il loro rapporto con il mondo cambia e in cui è sempre più difficile offrire loro strumenti adeguati per interpretare e gestire la realtà. Se noi adulti facciamo fatica a rapportarci con un mondo così accelerato tale spaesamento si riflette sui più piccoli che sesso vivono disagi “da grandi” con anticipi sempre più evidenti rispetto al passato.
I bambini delle medie sono oggi parte integrante di una società molto articolata, resa ancora più insidiosa dalla presenza pervasiva dei social network, e spesso già vittime di modelli comportamentali e d estetico molto “adulti”.
Queste aspettative e questa esplosione del potere della socialità attraverso i media è molto complicata e va gestita con estrema attenzione. Se una presa in giro nel passato si riduceva a stigma dentro un gruppo limitato (per quanto doloroso sempre circoscritto) la realtà di oggi con l’effetto cascata dei social può creare veri “disastri”.
Di cosa parla I mutanti di Sonia Bignamini
Dall’altro lato l’analisi della Bignamini si sofferma sul mondo dei genitori che spesso vivono con difficoltà i cambiamenti e con frustrazione l’incapacità di poter “risolvere” da soli i problemi dei figli. L’aiuto del terapeuta è quindi sempre un sostegno che si offre a tutto il nucleo familiare per far in modo da ricostruire fiducia e apertura.
Solo se il genitore accetta il supporto alla sua genitorialità potrà costruire solide basi nel rapporto con il figlio. A volte la paura di essere giudicati può essere superata solo dall’abilità del terapista a farsi carico anche delle angosce dei familiari, spesso bloccati di fronte alla sofferenza dell’amato figliolo.
Il libro fa riflettere sia chi figli ne ha sia chi non è genitore perché aiuta a capire meglio il tipo di società sta nascendo. Il testo raccoglie una riflessione importane: «Io ho un gran casino nella mente. Tu il casino lo trasformi in frasi».
Dare nome al disagio è il ruolo del terapeuta, o meglio dare i nomi è il ruolo proprio dell’uomo (dai tempi di Adamo). Perché il nome delimita e argina sia il bene che il male e lo rende pensabile a affrontabile. Restituire questo ruolo ai giovani è il compito di ogni educatore.
Il libro ci aiuta a riflettere anche su un altro tema importane. Esso infatti ci rammenta il nascosto e nuovo, rispetto al passato, motivo di disagio, più o meno dichiarato, dei Mutanti: «La sofferenza più acuta dei nostri ragazzi non ha tanto a che vedere con il loro passato, per quanto possa essere stato attraversato da eventi dolorosi. ma con l’assenza di un futuro, cioè con l’impossibilità di intravedere un orizzonte verso il quale puntare e in cui realizzare sogni, desideri, progetti».
Lavoriamo dunque per dare speranza al futuro dei piccoli, che è il futuro di tutta la società.
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