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Eventi Ascoli, la città pensa in grande e si prepara ad accogliere in primavera la mostra del Maestro Tullio PericoliForme del Paesaggio. 1970-2018” fortemente voluta dalla Fondazione Carisap con il sostegno dell’amministrazione comunale.

Così, la città, gravemente colpita dal terremoto del 2016, chiama un artista della sua terra per dedicare al suo paesaggio non semplicemente una mostra ma un vero evento espositivo che si aprirà al pubblico il 23 marzo 2019 per terminare oltre un anno dopo, nel maggio 2020, salvo proroghe (già previste) per l’estate del prossimo anno. Grazie alle opere di Tullio Pericoli, Ascoli Piceno ripensa e si riavvicina al proprio territorio ridando al paesaggio la sua straordinaria rilevanza artistica e culturale.

“Un progetto che ho voluto personalmente – ha detto in conferenza stampa il presidente Angelo Davide Galeati – che supera le progettualità precedenti e che rappresenta un’evoluzione artistica del territorio e un momento di riflessione e di espressione delle nostre eccellenze”.

“Un dono per il nostro territorio – ha detto il sindaco Guido Castelli – e un omaggio ormai atteso e dovuto al Maestro”. 

Forme del paesaggio

Eventi Ascoli, la mostra di Tullio Pericoli

La mostra sarà ospitata a Palazzo dei Capitani in Piazza del Popolo ed è a cura di Claudio Cerritelli.

Forme del Paesaggio è un percorso antologico intorno al tema del paesaggio con una scelta di 165 opere proposte, sala per sala, nel prestigioso palazzo rinascimentale, come un viaggio a ritroso nei quasi cinquanta anni di ricerca che l’artista ha dedicato a questo tema.

“La mostra abbraccia quasi 50 anni di attività del Maestro – ha spiegato il direttore dei Musei Civici Stefano Papetti – e mostra un paesaggio che in questi anni è oggettivamente e soggettivamente mutato. Le opere mostrano alla perfezione quello che c’è sopra e quello che c’è sotto il terreno e le ultime danno una visione dall’alto del territorio marchigiano, da sempre oggetto dell’interesse di molti artisti e fotografi”. 

L’elemento comune tra tutte le opere è la capacità di “cogliere il movimento del paesaggio”. L’esposizione si apre con una prima sala dedicata al paesaggio dopo il sisma, rappresentato nelle opere più recenti dell’artista: forme dissestate, movimenti tellurici del segno e del colore, con immagini restituite in tutta la loro drammatica fragilità.

“La mostra è un modo per comprendere quanto il paesaggio marchigiano possa essere suggestivo per le emozioni di ciascuno”, ha concluso Papetti. 

La mostra Forme e Paesaggi

Come dicevamo la mostra si apre con le opere più recenti di Pericoli, per poi camminare a ritroso nel tempo, fino agli anni Settanta. Il paesaggio, dipinto per frammenti, è una mappa costruita con equilibri diversificati, rapporti instabili che l’artista coglie nella trama di stratificazioni materiche.

L’esposizione documenta la stagione più recente (2010-2018) in cui Pericoli ha individuato nuove profondità del paesaggio, con continui rinnovamenti dell’esperienza pittorica. Più indietro si arriva al decennio precedente, in cui l’esplorazione di nuove morfologie paesaggistiche si avverte in un consistente gruppo di opere che, dopo aver rappresentato lo scenario dei colli marchigiani, va progressivamente esplorando i dettagli della natura, i segni e i solchi delle terre.

Quindi, la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta, che pongono in evidenza un diverso trattamento del tema paesaggistico con vedute luminose e lievi – acquerelli, chine e matite su carta-, spazi aerei che l’artista concepisce come orizzonti immaginari, memorie di alfabeti, tracce di antiche scritture.

Infine, l’inizio: il cosiddetto ciclo delle “geologie” (1970-1973), costituito da immagini stratificate, sezioni materiche, strutture sismiche.

“Mi sono accorto che in tutti questi anni ho cercato sempre di comprendere quale fosse il movimento sotterraneo in grado di produrre quelle forme. Per questo considero i miei paesaggi come dei ritratti”, ha spiegato il Maestro Pericoli che torna a esporre nella sua Ascoli a 10 anni esatti dall’ultimo evento, nel 2009.

Il dramma del terremoto è presente nella mostra e nella sensibilità dell’artista come una sorta “di svuotamento interiore del paesaggio e delle sue forme”. La mostra sarà accompagnata da un catalogo edito dalle Edizioni Quodlibet.

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