Social network sì o no? Per la maggior parte degli ascolani, i “social” sono utili strumenti di comunicazione, ma vanno utilizzati con moderazione. E’ stato rilevato che in Italia 43 milioni di persone utilizzano Internet, di cui 34 milioni sono presenti sui “social media” (con un aumento del 10% rispetto al 2017). Delle 6 ore trascorse in media su Internet dagli italiani, circa 2 ore sono dedicate ai social network. Il più utilizzato è Youtube, seguito da Facebook e Whatsapp. Tutto questo secondo l’inchiesta “Global Digital 2018”, condotta dal sito web “We are social”. Inoltre, secondo il Rapporto Censis sulla Comunicazione 2018, è aumentato il numero degli utenti dei social network: dal 67,3% si è passati al 72,5% della popolazione.
Social network, per gli ascolani vanno usati con parsimonia
Per comprendere il rapporto che intercorre tra i social network e gli ascolani, “Prima Pagina Online” ha sondato le opinioni di cittadini di varie età.
Secondo Giampaolo P. di 67 anni, i social network “costituiscono un importante strumento di velocizzazione della trasmissione del pensiero e di socializzazione, ma ciò che ne sminuisce il valore è il fatto che essi scatenino, in alcuni casi, i peggiori istinti dell’uomo”. Giampaolo utilizza Facebook con parsimonia in campi specifici relativi ai suoi hobby (al massimo per un quarto d’ora al giorno), mentre consulta Twitter e Instagram soprattutto come osservatore.
Il signor Luciano M. di 59 anni, ci ha detto che i “social” sono utili ma “devono essere utilizzati in maniera appropriata, poiché spesso sono un luogo in cui si calunnia, deride e insulta. Dietro la tastiera le persone danno a volte il peggio di sé.” Luciano invita ad usare i “social media” in modo propositivo, “parlando di un argomento, sollecitando una opinione e un punto di vista”; essi devono essere “più un contenitore di idee, che di esibizionismo”.
Francesco D.A., professore di 43 anni, afferma di utilizzare Facebook, ma dopo l’entusiasmo iniziale e la voglia di stringere nuove amicizie, ora lo consulta di rado. WhatsApp, invece, pur essendogli utile, lo ha reso “quasi schiavo, al punto di tenere sempre il telefono a portata di mano”. “Credo si vivesse meglio ai miei tempi – continua Francesco – quando uno stile di vita più lento e disconnesso poteva essere più praticabile di quanto lo sia ora”. Da insegnante, si preoccupa per i giovani, che sono “dipendenti per quasi 24 ore al giorno dal cellulare, dal quale attendono legami spesso solo virtuali”.
Stefano P., che ha 53 anni, è consapevole che “con l’avvento di Internet, i ragazzi, ma anche gli adulti, sono sempre connessi ai social network, dando vita a nuove amicizie e a gruppi Facebook anche numerosi, da cui partono iniziative culturali come gite, convegni e visite nei musei”. “La connessione a internet, però, se da un lato può portare dei riscontri positivi, dall’altro c’è il rischio di dover rimanere sempre collegati per non perdere neanche un nuovo post”. Stefano utilizza i “social” per fini culturali, inserendo foto e documenti storici di Ascoli Piceno.
E’ realista il giovane Marco F. di 25 anni: “Noi giovani siamo spesso iperconnessi senza una strategia di utilizzo delle risorse web e senza un obiettivo preciso, semplicemente per far passare il tempo. Uso i social per tenermi in contatto con gli amici e per seguire i miei attori e cantanti preferiti”.
E’ convinta dell’utilità dei social network Valentina C. di 33 anni, che li considera utili “per tenersi in contatto con amici e conoscenti lontani, condividere foto e ricordi, tenersi aggiornati sui fatti di cronaca e discuterne. Il maggior rischio è di esserne dipendenti, abusandone e creando isolamento sociale anche quando si esce con gli amici.”
Attilio P. di 64 anni è soddisfatto dell’uso dei “social”, poiché lo fanno sentire vicino ai suoi amici (molti dei quali sono residenti all’estero). Con Facebook può condividere la sua passione per la fotografia con il mondo intero. “Ho rintracciato due persone tramite Facebook: un amico di scuola che vive in Messico e un compagno di calcio di quando ero giovane (che abita negli Stati Uniti)”. Secondo Attilio, con i social network “le lontananze si accorciano e, per uno come me che non lavora più, i social forniscono ottime opportunità per socializzare, ma dipende da come e per quanto tempo vengono utilizzati”.
Infine, Luisa T., che ha 33 anni, dichiara di essere uscita da Facebook perché le portava via troppo tempo dagli impegni quotidiani (come la famiglia, il lavoro di insegnante, le attività di casa). Inoltre, era stanca di leggere giudizi facili e affrettati, che spesso generavano discussioni interminabili tra gli utenti. Secondo Luisa, “Non è del tutto sbagliato stare su Facebook, a volte mi dispiace non esserci; ma è necessario usarlo con intelligenza e moderazione”.
Dopo questo mini-sondaggio, il consiglio per i nostri lettori è il seguente: usate i social network, ma non fatene uno strumento da cui dipendere, bensì un mezzo al vostro servizio per condividere opinioni, informazioni, video e immagini. E’ giusto pensare non solo alla “vita virtuale”, ma soprattutto alla “vita reale” del mondo che ci circonda.