Rapporto immigrazione 2018: secondo il “Dossier Statistico Immigrazione 2018”, elaborato dal Centro Studi e Ricerche “IDOS” in collaborazione con il Centro Studi “Confronti”, nel 2017 l’immigrazione verso l’Italia è rimasta pressochè invariata ed è in calo in alcune zone, mentre la percezione del fenomeno migratorio è condizionata da una narrazione disinformata, che ostacola la costruzione di politiche sociali riguardanti l’immigrazione.
Non bastano i numeri statistici per progettare e realizzare interventi di integrazione, accoglienza e protezione; bisogna considerare anche la tendenza, anche europea, a finanziare azioni con obiettivi di sicurezza, invece che di inclusione sociale e cooperazione allo sviluppo. L’Italia è il Paese europeo con maggiore disinformazione rispetto alla realtà dei dati statistici, i quali vedono anche un saldo in equilibrio tra chi arriva e chi emigra dall’Italia, oltre alla provenienza dei migranti che è in larga parte europea (i flussi provengono soprattutto dalla Romania) e in minor parte proveniente dall’Africa.
“L’immigrazione è un fenomeno fluido, con situazioni sempre nuove da gestire – ha detto il consigliere regionale Enzo Giancarli, membro della Commissione Sanità e Politiche sociali del Consiglio Regionale delle Marche – che derivano dalle disuguaglianze, fonte di fragilità ma anche di paura dell’immigrazione. Dalla capacità di convivenza si misura il grado di civiltà della società, che deve guardare non solo alla redistribuzione delle risorse, ma anche a garantire l’accesso ai diritti fondamentali. Le Marche vogliono continuare a privilegiare la tradizione di civiltà e democrazia che le distinguono, perché anche questa è un modo lungimirante di fare politica.”
Rapporto immigrazione 2018: la situazione in Italia
Anche se è diffusa la percezione di un’invasione migratoria in Italia, l’anno 2017 ha confermato una presenza di stranieri pressoché invariata nel Paese, sia per il numero di arrivi, sia per l’incidenza sulla popolazione complessiva (con un aumento “fisiologico” di residenti, controbilanciato dalla diminuzione dei migranti sbarcati e dalle acquisizioni di cittadinanza).
A fine 2017, gli stranieri residenti in Italia sono 5.144.000 (con un aumento di 97.000 unità rispetto al 2016), corrispondenti all’8,5% della popolazione totale. L’aumento del numero di stranieri nel nostro Paese dipende soprattutto dalla progressiva diminuzione degli italiani, che sono tornati a emigrare verso l’estero (quasi 115.000 nel corso dell’anno).
Anche i soggiornanti extracomunitari sono rimasti quasi invariati nel numero (3.715.000, con una diminuzione di 1.700 unità rispetto al 2016). Circa 2 su 3 (2.390.000) hanno un permesso di soggiorno di durata illimitata, che attesta un grado di radicamento e stabilità ormai consolidato. I restanti 1.325.000 (35,7% del totale) hanno un permesso a termine, soprattutti per motivi di famiglia (39,3%) o per lavoro (35,2%).
Circa 239.000 persone possiedono un permesso riguardante la richiesta di asilo o la protezione internazionale o umanitaria. Alla fine dell’anno 2017, sono state 187.000 le persone inserite in un Centro di accoglienza.
Inoltre, c’è stata consistente diminuzione delle persone sbarcate: 119.000 persone nell’anno 2017 (con una diminuzione di 62.000 unità rispetto al 2016). Il boom di profughi che, attraversando il Mar Mediterraneo, sono approdati sulle coste italiane, si è esaurito nel 2017 (mentre tra il 2013 e il 2016 erano giunti, in totale, circa 625.000 migranti). Il cambiamento è dovuto ai nuovi accordi tra le autorità della Libia e quelle dell’Italia, stipulati nel 2017, per cui un numero sempre maggiore di profughi viene intercettato in mare dalla Guardia costiera libica (rifornita di motovedette e risorse economiche dall’Italia) e riportato nei centri di detenzione libici (dove tornano a subire terribili violenze e torture).
Tuttavia, allo stesso tempo, è aumentato il numero dei migranti morti in mare: secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, tra gennaio e settembre 2018 sono deceduti 1.733 immigrati in tutto il Mediterraneo (di cui 1.260 nella rotta tra Libia e Italia, anche a causa della diminuita attività di ricerca e soccorso in mare effettuata dal Governo italiano.
Immigrazione nelle Marche: i dati sono in linea con quelli nazionali
Fino al 31 dicembre 2017, gli stranieri residenti nella Regione Marche erano 136.045, pari all’8,9% della popolazione regionale (valore invariato rispetto al 2016), e in maggioranza donne (54,5%). In un anno, il numero dei residenti stranieri nelle Marche è diminuito di 154 unità, un dato che conferma il trend di decrescita del numero di immigrati che è in atto da quattro anni: nel 2013 gli stranieri residenti erano 146.152 (il 9,4% della popolazione regionale), 10.000 in più rispetto al 2017. Questo calo è dovuto anche alla diminuzione generale della popolazione marchigiana, passata da 1.538.055 di residenti nel 2016, a 1.531.753 nel 2017 (7.000 unità in meno).
Nel 2017, si sono iscritti nei Comuni marchigiani 18.651 stranieri, ma si è cancellato dagli uffici anagrafici marchigiani quasi lo stesso numero di stranieri (18.805). Si ipotizza che la maggior parte degli stranieri partiti dalle Marche siano rimasti sul territorio italiano, trasferendosi in altre Regioni dove è presente un maggiore livello di crescita economica.
La distribuzione dei residenti stranieri tra le cinque Province delle Marche ha subìto dei rilevanti cambiamenti, rispetto al 2016. Se la Provincia con più residenti stranieri resta, senza variazioni nei numeri, quella di Ancona (43.350), in quelle di Macerata e Pesaro Urbino (al secondo e terzo posto nella Regione) si registra una diminuzione, con la prima che passa da 31.020 a 30.329 residenti stranieri, e la seconda da 30.100 a 29.996. Al contrario, in quelle del Sud della Regione c’è stato un incremento: a Fermo (al quarto posto) si è passati da 17.770 a 18.250 residenti stranieri e ad Ascoli Piceno (al quinto posto regionale) da 13.959 a 14.120 residenti stranieri.
Gli occupati nelle Marche nel 2017 sono stati in totale 616.319 (gli stranieri hanno inciso sul totale degli occupati per il 9,3%). Il numero complessivo di disoccupati è stato, invece, di 72.734 unità (con gli stranieri disoccupati che sono il 18,6% del totale). Nel confronto tra italiani e stranieri in relazione alla tipologia professionale, gli stranieri svolgono in prevalenza sia attività manuali non qualificate (22,9% contro il 6,4% degli italiani), sia manuali specializzate (41,3% contro il 28,3%), sia impiegatizie e commerciali (30,3% contro il 29,4%). La situazione è capovolta nelle professioni dirigenziali e tecniche (35,9% gli italiani, 5,5% gli stranieri).
Da dove provengono gli immigrati nelle Marche
L’Europa continua ad essere il continente maggiormente rappresentato per quanto riguarda gli stranieri nelle Marche, con il 54,4% dei residenti immigrati da Paesi europei. La Romania è il Paese che ne conta il numero maggiore (26.204), seguita
dall’Albania con 15.904 residenti distribuiti in modo relativamente equo tra le cinque Province marchigiane.
L’Asia si conferma al secondo posto tra i Continenti di origine, con un’incidenza sul totale pari al 20,3%, in aumento dello 0,5% rispetto al 2016; tra i Paesi asiatici, la Cina è il più rappresentato con il 7,0% dei residenti.
Anche l’Africa, pur restando al terzo posto, aumenta la sua incidenza, passando in un anno dal 19,1% al 19,7%; la comunità più numerosa è quella marocchina (7,8%).
Infine, l’America incide per il 5,4%, con la maggior parte dei migranti di nazionalità peruviana.