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La Sibilla potrà ritrovare casa, o meglio la sua grotta. E’ arrivata infatti la notizia che sul Monte Sibilla in località Montemonaco in provincia di Ascoli Piceno, nel Parco dei Sibillini, sono state avviate diverse attività di studio geologico, finalizzate alla messa in sicurezza della cosiddetta Grotta della Sibilla.

“Un intervento – ha spiegato l’assessore regionale al Turismo-Cultura, Moreno Pieroni – che rappresenta nel contempo un’operazione culturale, si tratta infatti del recupero di un sito divenuto leggendario proprio perché, secondo la tradizione, vi risiedeva la Sibilla, sia un ulteriore segnale di attenzione verso il territorio dei Sibillini fortemente segnato dagli eventi drammatici”.

Il ritorno della Sibilla, anche un documentario

E tutta l’operazione di messa in sicurezza della grotta diventerà anche un documentario, con un’equipe specializzata anche per le video ispezioni nelle cavità, guidata da Tullio Bernabei, speleologo, alpinista, subacqueo, giornalista, autore di moltissimi documentari per la Rai (Geo, Kilimangiaro, Ulisse) e per i più grandi network televisivi italiani e internazionali.

“E questa azione diventa quindi anche una vera e propria attività promozionale di uno dei Parchi più belli delle Marche – ha aggiunto Pieroni – che merita di essere sempre più valorizzato. Da secoli quella grotta, anzi l’Antro della Sibilla, è stata meta di veri e propri pellegrinaggi che alimentavano il mito della profetessa, ebbene vorremo che tornasse ad essere un itinerario naturalistico turistico sempre più frequentato”.

La grotta della Sibilla

La grotta si apre a pochi metri dalla vetta della montagna e consiste in un’ampia dolina di crollo ingombra di massi. Le fonti antiche riferiscono che in quel punto vi era l’ingresso accessibile ad una cavità sotterranea identificata per secoli come la grotta della Sibilla appenninica.

Gli studi prevedono inoltre alcune trivellazioni di diametro minimo (meno di 15 cm) da condurre in base ai risultati dei sondaggi geoelettrici che hanno individuato dei vuoti, confermando quindi  l’esistenza di un ipogeo di estensione non nota.  

“Sarà anche l’occasione per osservare il suolo dal punto di vista geologico – rimarca l’assessore all’Ambiente e Difesa del Suolo, Angelo Sciapichetti – perché dai sondaggi si potranno ricavare ulteriori informazioni per la messa in sicurezza della frana che ostruisce il vecchio ingresso dagli inizi del ‘900. Per questo la Regione ha  co-finanziato l’operazione insieme al Comune di Montemonaco con 50 mila euro”.

Insomma, la Sibilla, che identifica da sempre la cultura di quei luoghi col suo mito, oggi può diventare anche un po’ il simbolo della rinascita.

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