Articolo
Testo articolo principale

Il Consorzio della Tutela e della Valorizzazione della Dop Oliva Ascolana si è prefisso l’obiettivo di intervenire denunciando i prodotti che non corrispondono al disciplinare della tipica oliva ascolana dop. Che sia farcita o ripiena su grande scala commerciale, senza avere riferimenti geografici né ad Ascoli né al Piceno.

Dop oliva ascolana, gli obiettivi del Consorzio

La realtà attuale ha un quadro molto evoluto rispetto a quello del 2005 quando è stato pubblicato il riconoscimento Dop.

Il Consorzio ha degli obiettivi vitali in quanto se oggi non venisse difeso il marchio Dop, ci sarebbe il rischio che si disperda il patrimonio di cultura e storia importante per il futuro.  

Il Consorzio elenca le varie criticità:

  • la coltura sta perdendo la sua identità a livello agricolo.
  • assenza totale di ricerca nei confronti di metodi e criteri culturali per il progresso tecnico e scientifico  a livello agronomico.
  • nessuna azione per stabilizzare e lussureggiare alcune caratteristiche della cultivar.
  • nessuna difesa nei confronti della specificità di ogni varietà in modo da distinguerla dalle altre.

Gli obiettivi del consorzio

“I nostri obiettivi – come ha spiegato Primo Valenti, presidente del Consorzio – sono quelli incentrati sul fatto che il prodotto sia chiamato oliva ripiena o farcita ma senza riferimenti a indicazioni geografiche nè ad Ascoli e nè al Piceno, questo è quello che dopo 15 anni si cerca di fare. La varietà della tenera ascolana, deve essere valorizzata come materia prima della Dop e deve esserci una convinzione compatta della politica. – ha aggiunta – Ci deve essere una tutela urgente della Dop così da essere funzionale allo sviluppo del prodotto. La proposta dell’Igp è una minaccia sopratutto può creare confusione al consumatore e far perdere la reputazione del prodotto Dop. Le scelte devono essere fatte in base alle indicazioni del Ministero che ci ha delegato l’incarico di tutela, e ci facciamo carico di spiegare a tutti, all’opinione pubblica, alle istituzioni il percorso che intendiamo percorrere”.

Alla politica la richiesta di valutare attentamente questo aspetto e puntare alla tutela delle poche Dop marchigiane.

Oliva ascolana, dalla storia al marchio Dop

Francesco Lucidi, uno dei creatori del Dop nel 2005, ha affermato “che ci sono due cose importanti. La lotta per ottenere la Dop è durata 20 anni, contro tutti ed è stata fatta gratuitamente. La storia dell’oliva è semplice; ha 2000 anni di storia, – ha raccontato – i romani mangiavano l’oliva picena ed era un elemento qualificante nei banchetti dei ricchi. Abbiamo ereditato questo prodotto come esso era, persino Annibale si meravigliò della bontà delle olive ascolane quando scese verso la Puglia per andare con i suoi elefanti. L’oliva ascolana è un prodotto che se fosse stato nelle mani di altri popoli, sarebbe stata da secoli un elemento qualificante e promotore di economia nei territori dove è prodotta. Oggi – ha puntualizzato – l’unico elemento per poter valorizzare questo prodotto, è quello che ha detto Valenti: bisogna intervenire in maniera efficace e incisiva denunciando chi vende prodotti che non corrispondono al disciplinare, non ci sono altri mezzi, finalmente ad Ascoli c’è un’organizzazione che cerca di intraprendere un’azione e bisogna sostenerla”.

La denominazione di origine protetta, arrivata nel 2005, è un aspetto importante nella produzione degli alimenti ed è fondamentale per comunicare al consumatore il rapporto dell’alimento con il territorio dove è stato prodotto.

Il marchio ha grandi potenzialità, tra questi quello di generare benessere diffuso per la nostra comunità, si possono creare tanti posti di lavoro anche grazie al recupero di tanti appezzamenti non coltivati o anche grazie al turismo.

Disciplina dell’UE per i prodotti agricoli

Nel 1992 c’è stato un regolamento con cui l’Unione Europea ha introdotto una disciplina per i prodotti agricoli della UE interessati a competere sul mercato dei prodotti di qualità.

Nel 2006, è stato emanato un regolamento che accentuava il ruolo dell’imprenditore agricolo come promotore delle bellezze territoriali. 

In tempi più recenti, nel 2012 è stato invece emanato il Regolamento sui regimi di qualità con cui si sosteneva la produzione agroalimentare di qualità come espressione delle competenze degli agricoltori e dei produttori dell’UE.

Leggi anche Dop Oliva Ascolana, via libera al Consorzio per valorizzazione e tutela

TAG: , , , ,