Rapporto Caritas
Cronaca

Rapporto Caritas, più di 5 milioni di poveri in Italia

Rapporto Caritas sulla povertà in Italia: il livello continua ad aumentare ed è simile a quello precedente alla crisi economica del 2008.
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La povertà in Italia continua ad aumentare e tocca oggi i livelli pre-crisi. A dirlo è il Rapporto Caritas sulla povertà, composto da due volumi: il diciassettesimo Rapporto sulla povertà e il quinto Rapporto sulle politiche di contrasto.

Una particolare attenzione è stata dedicata al tema della povertà educativa, un fenomeno ereditario in Italia, che favorisce la trasmissione della povertà a livello economico da una generazione all’altra.

I dati nazionali dei Centri di ascolto per la povertà, oltre a confermare il legame tra livelli di istruzione e povertà economica, dimostrano anche un’associazione tra livelli di istruzione e cronicità della povertà.

Rapporto Caritas, i dati sulla povertà assoluta

Esiste uno “zoccolo duro” di disagio che ha caratteristiche simili a quelle esistenti prima della crisi economica del 2007-2008, con la sola differenza che oggi il fenomeno è esteso a più soggetti.

In Italia, il numero delle persone in condizioni di povertà assoluta (cioè coloro che non riescono a raggiungere uno standard di vita dignitoso) continua ad aumentare ed è passato dai 4 milioni 700mila del 2016 ai 5 milioni 58mila del 2017, nonostante i deboli segnali di ripresa economica e occupazionale.

Dagli anni pre-crisi  del 2008 ad oggi, il numero di poveri è aumentato del 182%: un dato che fa riflettere sugli effetti che la crisi economica ha avuto sul fenomeno della povertà.

Tra gli individui in condizioni di povertà assoluta, i minorenni sono 1 milione 208mila, mentre i giovani nella fascia 18-34 anni  sono 1 milione 112mila.

L’istruzione è ancora un fattore che influisce sulla condizione di povertà. Dal 2016 al 2017 sono peggiorate le condizioni delle famiglie in cui il “capofamiglia” ha conseguito solo la licenza elementare (passando dal 8,2% al 10,7%).

Considerando i poveri in base alla loro cittadinanza, la povertà assoluta è bassa nelle famiglie composte da cittadini italiani (5,1%), mentre ha un livello più elevato nelle famiglie con soli componenti stranieri (29,2%).

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L’identikit dei poveri incontrati dalla “Caritas italiana”

Nel corso del 2017, le persone incontrate dalla “Rete Caritas” sono state 197.332. I dati e le informazioni provengono da 1.982 Centri di ascolto (il 58,9% del totale) situati in 185 Diocesi italiane. Rispetto al 2016, sono diminuite le storie di povertà intercettate, ma queste sono più complesse e croniche. Il 42,2% delle persone incontrate è di cittadinanza italiana, mentre il 57,8% sono stranieri.

L’età media delle persone incontrate è 44 anni. I giovani tra i 18 e i 34 anni sono quelli con il maggior numero di presenze (25,1%). 

Nel 2017 c’è stato un aumento delle persone senza dimora; ancora oggi, la rottura dei legami familiari è una causa scatenante dell’entrata in uno stato di povertà.

Cause della povertà assoluta

Tra le varie cause povertà assoluta, il Rapporto Caritas evidenzia che nel 2017 sono stati rilevati molti casi di:

  • povertà economica (78,4%),
  • problemi di occupazione (54,0%),
  • problemi abitativi (26,7%).

All’interno di questa categoria si nota un evidente incremento, dal 44,3% al 52,5%, della situazione di chi è privo di un’abitazione. Alle difficoltà di ordine materiale seguono poi altre forme di vulnerabilità che in molti casi si associano alle prime: problemi familiari (14,2%), difficoltà legate allo stato di salute (12,8%) o ai processi migratori (12,5%).

Altre tipologie di povertà: quella educativa e culturale

Il legame tra povertà educativa minorile e condizioni di svantaggio socio-economico risulta molto evidente in Italia. La povertà educativa rimane un fenomeno soprattutto ereditario, che riguarda famiglie colpite dalla povertà socio-economica.

Alla povertà educativa, si affianca la povertà culturale. Al Sud e nelle Isole c’è una minore copertura di asili nido, di scuole primarie e secondarie con tempo pieno, una percentuale più bassa di offerte culturali o sportive per bambini, con una contemporanea maggiore incidenza dell’abbandono scolastico. 

 

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