I presidenti delle Regioni colpite dal Sisma Centro Italia insorgono contro il governo Conte: “l’emendamento della maggioranza è un colpo di mano”.
Una durissima posizione dei presidenti che denunciano l’atto della “maggioranza di Governo compiuto questa notte nella conversione del decreto relativo alla ricostruzione del ponte Morandi a Genova”, che ha tolto ai presidenti delle Regioni, sub-commissari al terremoto, il potere di condivisione sulle ordinanze commissariali, declassando la loro funzione a potere ‘consultivo’.
Lo dichiarano in una nota congiunta il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, Giovanni Lolli dell’Abruzzo, Catiuscia Marini dell’Umbria e Nicola Zingaretti del Lazio.
Sisma Centro Italia, cosa è successo
Con un emendamento notturno, la maggioranza, nella conversione del decreto relativo alla ricostruzione, ha di fatto tolto ai presidenti delle Regioni Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio, subcommissari al terremoto del 2016, il potere di condivisione delle ordinanze commissariali.
Proprio per questa presa di posizione e nell’attesa di essere ricevuti dal Presidente del Consiglio, che “mai ha accettato la nostra richiesta di un incontro avanzata ormai da tempo” i quattro presidenti oggi hanno disertato l’incontro con il neo commissario Piero Farabollini anche perché a causa delle scelte compiute non si comprende più quale sia il senso e la funzione di questo Comitato”.
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“Una manovra – dichiara Luca Ceriscioli ai microfoni di Rainews 24 – condivisa con il governo per dare un segnale di neocentralismo. Ci aspettavamo un ruolo crescente dei territori, si è verificato l’opposto. Anche i sindaci vengono di fatto messi fuori, non ha più senso neanche partecipare alla commissione paritetica. Si tratta di qualcosa che va contro le aspettative di tutti e che renderà più difficile il percorso di qualunque scelta. Un’azione contraria ai principi costituzionali, con il rischio di invalidare l’importante strumento dell’emergenza proprio per una mancata intesa con le Regioni”.
Le reazioni dei presidenti delle Regioni
Nella nota firmata in modo congiunto dai presidenti delle Regioni, questi ultimi spiegano le loro ragioni.
“Mentre per Genova si nomina commissario il sindaco della città, per il terremoto – proseguono – si esautorano i presidenti e i sindaci dei territori, perché di fatto questa impostazione riduce a livello di osservatori anche i sindaci dei Comuni del cratere che oggi si esprimono nei comitati della ricostruzione sulle ordinanze in essere. Questa svolta centralista del Governo è grave e miope perché moltissime scelte della ricostruzione impattano direttamente con norme e leggi di carattere regionale”.
“La non condivisione ‘ante’ scrittura delle ordinanze produrrà sicuramente contenziosi e ricorsi e aumenterà quella confusione burocratica che si dice volere combattere. La ricostruzione si fa nei territori e non a Palazzo Chigi, per questo valuteremo un ricorso alla Consulta perché leso il principio di leale collaborazione tra istituzioni.
Questa impostazione oltre al rallentamento delle procedure allontana, non poco, le sedi decisionali dai cittadini e dai professionisti che nei territori pretendono giustamente di essere coinvolti nella fase di ricostruzione dei loro Comuni”.
Immagine, fonte: Agenzia Dire