Ascoli Carpi, in programma sabato 20 ottobre al Del Duca, non sarà una gara come tutte le altre: infatti tornerà il mai dimenticato Fabrizio Castori, oggi alla guida degli emiliani, ma artefice di un vero e proprio miracolo sportivo qualche stagione fa all’ombra delle Cento Torri.
Ascoli Carpi, il ritorno di Castori: un uomo entrato nella storia bianconera
Fabrizio Castori è un marchigiano doc, nato infatti a San Severino Marche l’11 luglio 1954. Nella sua carriera fa tantissima gavetta nelle serie minori con Grottese (Prima Categoria), Cerreto (Promozione/Eccellenza), Monturanese (Eccellenza) e Tolentino (Eccellenza/Dilettanti). Proprio sulla panchina del Tolentino fa il suo esordio tra i professionisti in C2 nella stagione 1995/96. Da qui in poi si attesterà nella terza divisione fino alla stagione 2003/04 al timone di Castel di Sangro, Virtus Lanciano e Cesena. Con i romagnoli ottiene la promozione in B, categoria nella quale debutta nel 2004/05.
Dopo un anno di inattività, la dirigenza bianconera capeggiata da Roberto Benigni lo chiama per risollevare le sorti di un Picchio che ha soli 10 punti punti in 12 giornate di campionato. Castori fa cambiare passo alla squadra facendole conquistare 15 punti in 9 gare, frutto delle vittorie interne contro Padova e Reggina e di quelle esterne di Sassuolo e Pescara e dei pareggi contro Novara, Varese e Frosinone. Ma nel girone di ritorno arriva la vera svolta, specie tra le mura amica: l’Ascoli ottiene ben 31 punti grazie ai successi al Del Duca contro Piacenza, Portogruaro, Vicenza, Pescara, Frosinone, Siena e Triestina, e al colpaccio esterno sul campo del Cittadella. Alle vittorie vanno aggiunti i 7 x contro Modena, Albinoleffe, Livorno, Atalanta, Sassuolo, Varese e Reggina. In sostanza: i bianconeri chiudono quel campionato a quota 50 punti, che in realtà sarebbero 56 per via della penalizzazione. Una salvezza miracolosa.
Quella squadra, che non ha grandi individualità e nemmeno un bomber di razza, Castori la plasma a sua immagine e somiglianza. Un 4-5-1 che gronda di grinta, cattiveria e carattere. Favrì, come viene chiamato ironicamente Castori per le sue origini marchigiane, tira fuori in riva al Tronto il massimo da tutti i giocatori portando a casa quella che, vuoi per la penalizzazione vuoi per l’avvio di campionato, sembrava una vera e propria impresa. Per cui Fabrizio Castori (che viene esonerato dal Picchio la stagione successiva quando si parte addirittura da -10) è di diritto nella storia dell’Ascoli Calcio, una squadra della quale egli stesso si è sempre dichiarato grande tifoso.
Foto presa da zimbio.com