Ritrovata l’intesa tra i leader della maggioranza di Governo. La pace fiscale inizia ad avere contorni più definiti: torna il saldo e stralcio legato alla condizione economica del debitore, accantonata l’ipotesi di dichiarazione integrativa per i patrimoni detenuti all’estero, resta il tetto dei 100mila euro per anno d’imposta, invariato il provvedimento in materia di liti pendenti.
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Pace fiscale: saldo e stralcio cartelle Equitalia
Il decreto sulla pace fiscale torna a prevedere la possibilità di sanare le pendenze con il Fisco a saldo e stralcio, vale a dire, pagando una parte di quanto originariamente preteso nella cartella Equitalia.
La quantificazione dell’ammontare da pagare dipenderà dalla condizione economica del contribuente che verrà determinata in base all’Isee per le persone fisiche ed in base all’indice di liquidità per le imprese.
Sono previste tre aliquote: 6, 10 e 25% di quanto dovuto.
Entro il 30 aprile 2019 dovrà essere presentata la domanda di adesione alla rottamazione-ter, il dovuto si potrà pagare in 5 anni con massimo 10 rate, scadenti il 31 luglio ed il 30 novembre di ogni anno.
Verrà effettuato un raccordo con la rottamazione precedente, al fine di allungare i piani di pagamento ma, se il contribuente ha già aderito alla precedente edizione, si avranno delle condizioni di accesso diverse che, con buona probabilità, prevederanno il pagamento di parte delle rate.
È stata confermata la cancellazione delle cartelle Equitalia emesse dal 2000 al 2017 di importo inferiore ai 1000euro. Il provvedimento si applicherà anche al debito residuo, ovvero a quel che resta da pagare dopo che è stata chiesta una rateizzazione
Dichiarazione integrativa
Sciolto il nodo relativo alla dichiarazione integrativa con la quale far emergere i redditi non dichiarati al Fisco: non sarà possibile autodenunciarsi per i patrimoni detenuti all’estero e non dichiarati in Italia.
Non sono inoltre più previste le esenzioni penali previste nelle prime bozze del Decreto legge: non sono quindi previste sanatorie per i reati tributari e per quelli legati a riciclaggio ed autoriciclaggio.
Resta invece la possibilità di regolarizzare la propria posizione per i redditi prodotti in Italia e non dichiarati interamente, per un massimo di 100mila euro all’anno e se il reddito non dichiarato non supera il 30% di quanto denunicato con la dichiarazione originaria, pagando una flat tax del 20%.
Liti pendenti
In tema di contenzioso non ancora definito, resta lo sconto dell’80% del valore della lite per chi ha vinto in secondo grado e del 50% per chi ha vinto in primo grado. La disposizione si applicherà ai ricorsi per i quali è già stato depositato il ricorso in primo grado alla data di entrata in vigore del Decreto.
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