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I libri sul mondo digitale rappresentano un fondamentale contributo alla riflessione sul futuro, tutti tra l’altro piuttosto recenti, che ci possono aiutare a districarci in un mondo che accelera in modo esponenziale.

In questo post passerò in rassegna alcuni libri che racchiudono riflessioni, entusiasmi e paure di alcuni grandi intellettuali rispetto agli sviluppi della tecnologia.

Il primo libro che può aiutarci a capire meglio la rivoluzione digitale in atto è il reportage di Marc O’Connell Essere una macchina.

Il volume raccoglie le interviste e le riflessione del giornalista e scrittore che si confronta con gli ultimi sviluppi della teoria del trans-umanesimo. Questo movimento nato negli USA ha dei suoi sostenitori in Italia e propone una visione dell’umano sempre più legata allo sviluppo delle tecnologie, fino a ripensare la stessa biologia e significato della parola “vita”.

Il viaggio di O’Connell fra i transumanisti – fra coloro che sostengono che, nella Singolarità in cui stiamo entrando, i nostri concetti di vita, di morte, di essere umano andranno ripensati dalle fondamenta – porta molto più lontano di quanto a volte vorremmo.

Regala sequenze indimenticabili, come la visita alla setta di biohacker che tentano di trasformarsi in cyborg. E apre uno dei primi, veri squarci sulla destinazione di una parte degli immani proventi accumulati nella Silicon Valley. 

Libri sul mondo digitale, i consigli

Se questo libro ci mette di fronte a molti interrogativi non è da meno il recente saggio scritto da Michele Ainis. Il grande giornalista ha infatti raccolto alcune sue riflessioni sull’epoca presente, ossessionata da social e follower, in un testo molto severo Il regno dell’uroboro.

I supergiganti del web (Apple, Google, Amazon e affini) succhiano dati mentre navighiamo online, carpiscono i nostri gusti, le nostre opinioni, le nostre frequentazioni telematiche, per venderle poi agli inserzionisti, che in questo modo possono inseguirci con una pubblicità tagliata su misura.

Queste tecniche di profilazione mettono in gioco la possibilità di rapportarci gli uni agli altri, d’aprirci al mondo esterno. I filtri che agiscono sul web tendono a proporci all’infinito le stesse fonti da cui già ci siamo alimentati, le stesse opinioni, le stesse informazioni.

E la Rete diventa un po’ come uno specchio, una superficie riflettente dove non si moltiplica l’immagine del mondo bensì quella dei singoli individui.

La nuova condizione umana è così una solitudine di massa che ci lascia senza democrazia, dato che quest’ultima si nutre del confronto tra punti di vista eterogenei. Il simbolo di questa nuova era è dunque non a torto il leggendario Uroboro, il serpente che si morde la coda e che non guarda se non a se stesso.

Se con questi due libri vi ho spaventato forse è il caso di segnalarvi che dove cresce più il pericolo cresce anche ciò che può salvarci. Il famosissimo Yuval Noah Harari, noto a tutti per i suoi saggi Sapiens e Homo Deus, è tornato adesso in libreria con il suo ultimo 21 lezioni per il XXI secolo.

Il libro ci ricorda che il futuro, così come il passato, non appartiene se non agli uomini e alle donne che vorranno prendervi parte con il loro impegno e la loro azione. Nonostante tutte le tecnologie e il digitale resta sempre a noi la scelta: nel bene e nel male.

Come ci ricorda la quarta di copertina: In un mondo alluvionato da informazioni irrilevanti, la lucidità è potere. La censura non opera bloccando il flusso di informazioni, ma inondando le persone di disinformazione e distrazioni. ”21 lezioni per il XXI secolo” si fa largo in queste acque torbide e affronta alcune delle questioni più urgenti dell’agenda globale contemporanea. 

Non abbiate paura del futuro, dunque, ma siate pronti a ragionare e a stare vigili rispetto al mondo intorno a voi.

Buone letture e scrivetemi a info@bibliodiversita.it

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