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Letteramente il termine inglese bugchasing può essere tradotto con cacciatore di virus. Una traduzione che rispecchia perfettamente la volontà di tutti coloro che volontariamente vanno alla ricerca del virus dell’HIV. Questi individui infatti cercano persone sieropositive per avere rapporti sessuali non protetti e così contrarre la malattia.

Ma perché una persona vorrebbe contrarre volontariamente l’HIV?

Il bugchasing è un fenomeno legato quasi interamente alla comunità gay americana ma sta da un paio di anni sta iniziando a diffondersi anche in Italia. Come mostrato in un passato servizio televisivo del programma LE IENE, esistono veri e propri siti di incontri e chat che aiutano queste persone nella loro caccia al virus.

Bugchasing, cos’è?

Su queste piattaforme è possibile specificare i dettagli sulla propria salute per agevolare l’incontro con bugchaser che è in cerca di un donatore.

In questo perverso gioco infatti esistono i donatori, chiamati gift givers – letteramente traducibile con donatori di regali. Individui in questo caso già sieropositivi che sono disposti a infettare i bugchaser con il virus dell’HIV.

Purtroppo non si ferma qui. Non solo esistono questi siti ma internet non è l’unico canale in cui si diffonde questa pratica. Vengono addirittura organizzate feste segrete a tema. Feste di cui si viene a sapere solo tramite il passaparola e in cui sono vietate le protezioni. Una pratica molto pericolosa poiché oltre a non sapere se si è stati contagiati dal virus, si resta esposti a qualsiasi altra malattia venerea e infettiva.

Ma perché esiste il Bugchasing?

Non esistono dati né studi certi su questo fenomeno. Si pensa che potrebbe esserci da una parte la voglia di far parte di una nicchia d’elitè.

Un gruppo speciale all’interno della comunità che condivide qualcosa che gli altri non hanno. Un gruppo in cui si crede in “una resistenza alla morale e alle norme eterosessuali dominanti”.

In altri casi invece, questa pratica viene utilizzata come una malsana forma di suicidio in altri invece è definita come l’ultimo estremo atto sessuale.

Infine potrebbe tutto arrivare dalla ricerca di un brivido nuovo dove il pericolo da la sensazione di fare qualcosa di nuovo e proibito. L’ultimo taboo da rompere in un mondo di materialismo e sesso promiscuo. Il contagio potrebbe arrivare anche dal partner stesso, in cui la malattia viene vista come legame eterno dalle due parti coinvolte.

bugchasing

Non c’è però ne maturità ne consapevolezza in queste persone che non si rendono conto dei veri rischi di diventare sieropositivi per scelta. Nonostante l’aspettativa di vita per una persona sieropositiva sia migliorata nel tempo restano costanti e obbligatori i controlli a cui bisogna sottoporsi e soprattutto si diventa altamente predisposti a tutte le altre malattie. Si diventa dei veri e propri malati cronici.

Per concludere e completare, in questo fenomeno esiste un’ultima orribile variante, quella dell’untore. In cui il contagio è forzato e non dichiarato. Come per le storie di cronaca di Valentino Talluto e Claudio Pinti che, trasformatisi in untori, non dichiaravano la loro malattia ma continuavano ad avere rapporti non protetti con i loro partner forzandone il contagio.

Un fenomeno terribile ancora non pienamente compreso né svelato, che certamente speriamo non si sparga ulteriormente.

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