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Sanità Marche: i marchigiani costretti a curarsi e rivolgersi al sistema sanitario privato a causa delle interminabili liste di attesa. Inoltre, diminuisce la spesa sanitaria marchigiana, esattamente come accade nel resto d’Italia, soprattutto per le fasce più deboli.

È terminata l’indagine “Sanità bene comune”, condotta dalle segreterie regionali di CGIL, CISL E UIL per approfondire la valutazione dei cittadini riguardo la sanità pubblica, il ricorso alle prestazioni sanitarie private e la spesa sostenuta per tutelare la propria salute.

L’indagine è stata fatta attraverso la compilazione di questionari anonimi, che sono stati distribuiti nei luoghi di lavoro, nelle sedi sindacali, nei luoghi di aggregazione e su internet (all’interno dei siti di CGIL, CISL E UIL).

Sono 3.360 le persone che, nella Regione Marche, alla data del 31 agosto, hanno partecipato all’indagine: dalle loro risposte emerge una buona condizione dello stato di salute dei cittadini marchigiani, ma è anche presente diseguaglianza nel ricorso ai servizi sanitari, in base a differenze territoriali e di reddito.

Sanità Marche, i dati dell’indagine

Più della metà degli intervistati (il 60,2 %), ha dichiarato di sostenere una spesa per prestazioni sanitarie private compresa tra 200 e 1.000 euro, mentre il 20,8% spende per la propria salute tra  i 1.000 e i 2.500 euro. I dati relativi alla spesa per la salute delle famiglie marchigiane sono inferiori a quelli rilevati complessivamente in Italia, oltre ad essere in diminuzione rispetto al 2016.

E’ stato rilevato che a ridurre la spesa sanitaria sono state le famiglie collocate nelle fasce di reddito inferiori, a conferma di quanto emerso nel VII Rapporto RBM-Censis, che stima in 12,2 milioni gli italiani che nel 2016 hanno rinunciato per motivi economici alle prestazioni sanitarie, oppure le hanno rinviate.

Sanità Marche, i punti di forza

I cittadini marchigiani ritengono la sanità regionale di livello “sufficiente”, seppur con alcune criticità in specifici distretti sanitari, per quanto riguarda gli orari di apertura dei servizi, l’assistenza domiciliare, il sistema di emergenza-urgenza, le Residenze protette e le Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA), la chiarezza delle informazioni e le Case della Salute. 

Hanno, invece, ottenuto una buona valutazione i seguenti fattori: il rapporto tra operatori e cittadini, i servizi ambulatoriali specialistici, l’accoglienza, gli ospedali, gli standard igienici, l’efficacia delle prestazioni ricevute e l’attività dei medici di famiglia.

Il punto debole: attesa interminabile

L’85,6% degli intervistati ha dichiarato di aver fatto ricorso a prestazioni sanitarie in strutture private nell’ultimo anno. Tra le ragioni del ricorso al privato, vi è soprattutto la possibilità di ridurre i tempi di attesa.

Le maggiori criticità evidenziate da parte del cittadini nel confronti del sistema sanitario pubblico, secondo 9 intervistati su 10, sono rintracciabili proprio nelle liste d’attesa troppo lunghe.

Valutazioni di tipo negativo sono state espresse anche sui ticket per le prestazioni sanitarie e sull’accessibilità dei servizi, ritenuti non adeguati rispettivamente dal 58,3% e dal 47,1% del campione esaminato.

Le richieste dei cittadini per migliorare la sanità nelle Marche

I cittadini intervistati hanno espresso l’esigenza di fermare i tagli al “Fondo sanitario regionale”, evidenziando una insufficienza del finanziamento statale.

Tra le priorità emerse, per CGIL-CISL-UIL Marche, c’è l’esigenza di potenziare i servizi sanitari territoriali rispetto ai bisogni dei cittadini. Una maggiore offerta di assistenza domiciliare potrebbe contribuire a migliorare la presa in carico dei pazienti dopo il ricovero.

Inoltre, sono necessari ulteriori investimenti sulla rete dell’emergenza sanitaria, a partire da un significativo potenziamento delle “POTES” (Postazioni Territoriali dell’Emergenza Sanitaria, ovvero il servizio ambulanze dell’emergenza sanitaria) e della dotazione di Mezzi di Soccorso Avanzato.

I sindacati marchigiani hanno lanciato, infine, un appello per il potenziamento degli Ospedali di Comunità e il concreto sviluppo delle “Case della Salute”.

I risultati dell’indagine, utili per supportare il confronto tra i sindacati e la Regione sul nuovo Piano Sanitario, saranno portati all’attenzione delle Istituzioni regionali che hanno il compito di programmare le politiche sanitarie.

 

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