Il consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto Quota 100 che è finalmente realtà dopo mesi di discussioni, polemiche e attesa per gli interessati. Per il triennio 2019-2021 si prevede una prima fase sperimentale con una platea coinvolta nella misura di circa 315.000 persone.
Il decreto definitivo ha introdotto alcune novità rispetto alle bozze di questi mesi: ad esempio, nessun divieto di cumulo in caso di lavoro occasionale entro i 5.000 euro lordi e la prima finestra per gli statali fissata al 1° agosto e non al primo luglio.
Il “decretone” del governo blocca anche l’aumento dell’età pensionabile e proroga l’opzione donna e l’Ape sociale. Ma vediamo tutte le novità introdotte dal decreto Quota 100.
Quota 100, le principali novità
Rimasta invariata l’età prevista per la Quota 100, ovvero almeno 62 anni di età e contributi minimi di 38 anni (62 + 38). La Quota 100 non potrà cumularsi, fino alla maturazione dei requisiti per la pensione tradizionale, con i redditi da dipendente o autonomo, a eccezione di quelli come lavoratore occasionale, nel limite di 5.000 euro lordi annui.
L’accesso alla Quota 100 è consentito se si ha un’anzianità contributiva di 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mese per le donne, con una finestra per l’uscita di 3 mesi.
A proposito delle finestre di uscita, chi ha maturato i requisiti entro la data del 31 dicembre 2018, potrà andare via dal 1° aprile 2019. Chi invece matura i requisiti dal 1° gennaio 2019 in poi andrà in pensione alla prima finestra, ovvero il 1° luglio.
Per gli statali, invece, la prima finestra di uscita scatta dal 1° agosto 2019 per chi aveva già i requisiti e slitta di ulteriori 6 mesi per chi ha maturato età e contributi dal 1° gennaio.
Per la scuola la prima finestra di uscita è fissata a settembre con domande entro il 28 febbraio.
Le altre misure: Tfr agli statali e opzione donna
Il Tfr per gli statali scatta subito, ha assicurato il ministro Matteo Salvini, senza “costi per i lavoratori”. L’anticipo del Tfr per i dipendenti pubblici arriva “fino a 30mila euro”.
Nel decreto si rinnova anche l’Opzione Donna, ovvero la possibilità di pensione anticipata, secondo le regole di calcolo del sistema contributivo, per tutte le lavoratrici di almeno 58 anni (59 per le autonome), con almeno 35 anni di contributi. Prorogato al 31 dicembre 2019 anche l’Ape sociale, l’anticipo pensionistico previsto soltanto per specifiche categorie di lavoratori.