Il gioco d’azzardo sembra essere diventato il nuovo strumento di guadagno italiano. Tra le molte province del centro, anche Ascoli Piceno risulta essere ai primi posti di questa triste classifica.
Il Sole 24 in collaborazione con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha dipinto un inquietante tendenza italiana degli ultimi anni. Sovrapponendo il tasso di disoccupazione 2017 dato dall’Istat e la raccolta – tutti i soldi puntati, vinti o ripuntati – pro capite su base provinciale si arriva ad un risultato scioccante.
Pare infatti esserci un’evidente connessione tra disoccupazione e gioco d’azzardo.
Il gioco d’azzardo è sempre stata una piaga sociale tanto da sfociare il più delle volte in gioco d’azzardo patologico. Quello che tutti conoscono come ludopatia, termine generico e improprio, pare essere diventato il male di questa nostra era.
Un disturbo comportamentale in cui è impossibile controllare i propri impulsi, tanto da essere avvicinato per definizione alla tossicodipendenza. Diventa quindi preoccupante quando vicino a questo fattore viene accostata la sempre crescente disoccupazione italiana.
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Il gioco d’azzardo in Italia
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E’ evidente una volta che si guardano le mappe date dal Sole 24 Ore le aree di alta disoccupazione di colore arancione sono molte e sparse soprattutto nel centro sud italiano.
Abruzzo, Lazio e Campania sono le regioni con una disoccupazione più alta della media e una raccolta superiore a quella nazionale. Situazione sicuramente aggravata dalla presenza di gioco illegale.
Dove le mafie sostituiscono e installano proprie slot machine, creandosi una vera e propria industria dell’azzardo.
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Dal punto di vista provinciale vengono prese in considerazione anche città del Nord come Alessandria, Massa Carrara e Pistoia. Viene purtroppo trascinata in questa classifica anche la provincia di Ascoli Piceno.
Come provincia del centro Italia con il più alto tasso di disoccupazione al 14,494% e una raccolta pro capite di 624,2€. Ciò significa che la raccolta dal gioco d’azzardo è superiore a quella nazionale.
Regioni e enti locali sembrano aver compreso questa tendenza già da tempo. Con attività di sensibilizzazione e vere e proprie regolamentazioni stanno cercando giorno per giorno di arginare l’offerta di gioco nei loro territori.
Già presenti le limitazioni di orari per l’apertura delle sale da gioco, come anche la loro distanze obbligatorie dei luoghi pubblici sensibili. Per luoghi pubblici sensibili si intendono ospedali, scuole, luoghi di aggregazione, compro oro o bancomat.
In attesa che lo Stato si faccia sentire sia sulla disoccupazione che sulla riduzione dell’offerta di gioco, si spera in un miglioramento nazionale sia per la disoccupazione 2018 che per la raccolta pro capite di gioco d’azzardo.