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  1. Il latte è uno degli alimenti base più importanti nell’alimentazione di adulti e bambini. Esistono però diversi tipi di latte, più o meno adatti in base alle diverse esigenze e condizioni di salute, tra i quali il latte intero, scremato, parzialmente scremato o anche microfiltrato. Ma quali sono le loro particolarità e caratteristiche? Di seguito vedremo le differenze e le proprietà del latte scremato magro a confronto con quello intero.

Latte intero e latte scremato: differenze

Il latte intero è un alimento ricco di sali minerali, proteine, grassi e carboidrati che, a differenza degli altri tipi di latte, viene sottoposto a un numero ridotto di processi industriali e per questo motivo il gusto risulta più corposo e intenso e le sue proprietà restano invariate. Possiede una quantità di grassi superiore al3,5 g ogni 100 ml, ma è una fonte naturale di fosforo e di vitamina B1, B12, A e D e fornisce un apporto energetico pari a circa 36 Kcal.

Il latte scremato, invece, contiene una percentuale di panna, e quindi di parte grassa, pari quasi allo 0,3% grazie al processo di scrematura che avviene a una temperatura di 55° circa. Nonostante si riducano in questo modo la frazione lipidica, le vitamine e le calorie, le quantità di calcio in esso contenute rimangono pressoché inalterate. Le calorie contenute nel latte scremato corrispondono a 34 ogni 100 ml, il colesterolo è di 3 mg, mentre i grassi equivalgono a 0,80 g.

Quando scegliere il latte scremato

Anche se molti pensano che il latte scremato sia più leggero e quindi preferibile a quello intero, è importante sottolineare che recenti studi hanno confermato che in realtà sarebbe meglio assumere il latte intero proprio perché ricco di tutti quei nutrienti di cui invece il latte scremato è privo a causa del processo di scrematura a cui viene sottoposto.

Anche chi fa una dieta dovrebbe scegliere il latte intero, a costo di assumere qualche caloria in più, dato che è altamente consigliato fare dei pasti che sazino a sufficienza, soprattutto a colazione, per non sentire quel senso di fame continuo durante la giornata. Chi assume latte scremato, infatti, dovrebbe assumere anche degli integratori alimentari per fare in modo che il corpo riceva tutti i nutrienti di cui ha bisogno, evitando così il rischio di incorrere in patologie più o meno gravi, tra le quali l’osteoporosi. Infatti, nonostante il contenuto di calcio sia praticamente uguale sia nel latte scremato che nel latte intero, il grasso contenuto in quest’ultimo è fonte delle vitamine A e D, entrambe fondamentali per far sì che il nostro organismo assorba il calcio, che senza di esse fatica invece a essere assorbito dal corpo.

Ma allora perché scegliere il latte scremato? La scelta dovrebbe ricadere sul latte scremato se si soffre di ipercolesterolemia, ovvero di colesterolo alto. In questi casi, infatti, il latte intero potrebbe risultare troppo grasso e difficilmente digeribile. Il latte scremato risulta essere la scelta più adatta in quanto povero di colesterolo e può quindi aiutare a ridurre la pressione arteriosa e, di conseguenza, i rischi cardiovascolari. Chi presenta problemi di ipercolesterolemia non è obbligato e rinunciare al latte: basterà semplicemente assumere quello scremato o parzialmente scremato, in base alle indicazioni del medico.

L’ipercolesterolemia

Vediamo adesso brevemente quali sono le conseguenze di questo disturbo. L’ipercolesterolemia non è una vera e propria malattia, ma piuttosto una condizione che porta a un elevato rischio di problemi cardiovascolari.

Il colesterolo presente nel sangue si suddivide in colesterolo buono (HDL) e colesterolo cattivo (LDL). Quando quest’ultimo risulta essere eccessivo, tende a depositarsi sulle pareti delle arterie, causando in questo modo un processo chiamato aterosclerosi, ovvero un progressivo indurimento e ispessimento. L’aterosclerosi può essere la causa di placche, chiamate ateromi, che con il passare del tempo possono ostruire il flusso sanguigno con un conseguente rischio di trombi, che nei casi più gravi potrebbero provocare ictus a livello cerebrale, infarto del miocardio a livello cardiaco e, a livello degli arti inferiori, anche a claudicatio intermittens.

L’eccessiva concentrazione di queste placche non rappresenta soltanto un rischio di incorrere in trombi. Infatti, dal momento che impediscono al cuore di ricevere abbastanza ossigeno, possono causare anche il manifestarsi di angina pectoris, rappresentato da forti dolori al torace, alla mandibola e al torace, specialmente durante uno sforzo o a un forte stress.

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