Legambiente Beach Litter, l’associazione ambientalista è tornato a sottolineare il problema dell’abbandono dei rifiuti sulle spiagge marchigiane. In occasione dell’indagine Beach Litter di Legambiente i volontari sono di nuovo in azione per monitorare lo stato dei litorali, tutelare l’ecosistema marino e valutare le conseguenze sul turismo.
Una spiaggia di rifiuti, l’indagine Beach Litter
Solo lo scorso anno, nell’ambito dell’indagine, nelle spiagge di Marzocca di Senigallia, Marina di Montemarciano, Torrette di Ancona, Porto Sant’Elpidio Faleriense, Lido San Tommaso di Fermo, della Riserva della Sentina di San Benedetto del Tronto e di Civitanova erano stati trovati oltre 2000 rifiuti. Regina indiscussa era stata la plastica, che costituiva l’83% degli oggetti trovati, seguita a pari merito da vetro/ceramica (4%), metallo (4%), rifiuti di carta (4%), e da tessili (2%), gomma (2%) e legno (1,5%). sono state monitorate dai volontari di Legambiente. A guidare la top ten dei rifiuti spiaggiati più trovati erano stati piccoli pezzi di plastica fino a 2,5cm che costituivano il 21,4%. Secondo posto per tappi e coperchi, un mix di plastica e metallo per il 12,3%. Medaglia di bronzo per reti o sacchi per mitili o ostriche (7,6%). Infine, bottiglie o contenitori di plastica per bevande (5,5%) e mozziconi di sigarette (5,4%).
Ora, per il quinto anno consecutivo, i volontari di Legambiente sono già al lavoro per monitorare le spiagge marchigiane per aggiornare l’indagine Beach Litter, condotta da Legambiente nei mesi di aprile e maggio nell’ambito di Spiagge e Fondali Puliti, che si svolgerà dal 25 al 27 maggio.
Tutte le “Il problema dei rifiuti spiaggiati riguarda purtroppo molti lidi marchigiani e rappresenta un grave problema per l’ecosistema marino e per il turismo in vista della stagione estiva”,ha dichiarato Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche che ha intercettato le principali cause di questo fenomeno.
Alla ricerca dei responsabili
“La cattiva gestione dei rifiuti urbani (scorretta gestione dei rifiuti a monte, attività turistiche e ricreative, abbandono consapevole) è responsabile della metà dei rifiuti presenti sulle nostre spiagge assieme alle attività produttive pesca e acquacoltura. L’inefficienza dei sistemi depurativi inoltre, denunciata da anni da Goletta Verde, si ripercuote anche sulla presenza dei rifiuti sulle spiagge ed è responsabile della presenza del 7% del beach litter. La principale responsabilità va ricercata nelle carenze del sistema di depurazione italiano, ma anche nella cattiva abitudine dei cittadini di buttare i rifiuti urbani nel wc, a partire dai cotton fioc che rappresentano l’85% dei rifiuti riconducibili a questo problema e che poi si ritrovano sugli arenili andando a comporre un tappeto multicolore di bastoncini”.
Chiesto un tavolo regionale
Proprio per questi motivi per Legambiente è importante mettere in campo politiche unitarie a livello regionale di corretta gestione dei rifiuti e incentivare campagne di sensibilizzazione e informazione che coinvolgano le Amministrazioni, i cittadini, le scuole e gli studenti, approfondendo con loro il tema del marine litter e facendo conoscere le soluzioni che passano anche dalla prevenzione dei rifiuti in mare e in spiaggia, dalla raccolta differenziata e dal riciclo.
“Proponiamo – ha concluso Legambiente – di riunire uno specifico tavolo di lavoro regionale che riunisca le forze economiche e sociali, il mondo della ricerca e tutti i portatori di interesse per affrontare questo delicato tema”.