Il Dipartimento di Protezione Civile nazionale ha comunicato l’accertamento tra il nesso di causalità tra gli effetti della sequenza sismica iniziata ad agosto 2016 e le variazioni del regime della circolazione idrica.
Lo stato di emergenza idrica
La richiesta di supplemento di istruttoria per lo stato di emergenza idrica nel Piceno era partita dalla Regione Marche. Nella richiesta si sottolineava come il sisma avesse provocato una riduzione della portata idrica. Ora è arrivata la conferma.
Per questo, tutte le misure e le azioni che si dovranno porre in essere per il superamento della crisi idrica nel territorio dell’Aato 5 potranno trovare adeguata copertura economica nell’ambito delle risorse già stanziate per l’emergenza sismica. Sarà poi il Dipartimento a firmare un’apposita ordinanza.
Come ha spiegato la vicepresidente della Regione Marche Anna Casini con una nota condivisa sui social, in base a questo provvedimento si potranno prendere in considerazione le richieste di rimborso delle spese effettuate dalla Ciip spa e quelle da effettuare per sopperire alla carenza di approvvigionamento idrico.
Cosa è cambiato
Dal terremoto dell’agosto 2016 sono scomparse tre sorgenti minori, Canapine, Rio di Capodacqua e Sasso Spaccato, oltre alla riduzione registrata nella sorgente di Foce di Montemonaco.
Le scarse precipitazioni, poi, hanno aggravato la situazione tanto che la Ciip in alcune situazioni ha dovuto far ricorso al codice rosso.
Gli interventi in programma
Di fronte a questa situazione la Ciip spa conta di attuare quattro interventi: potenziare il potabilizzatore (Fosso dei Galli, la condotta fino a Monte Renzo) e l’impianto di sollevamento d’invaso (Gerosa), i pesometri per il monitoraggio dell’approvvigionamento idrico (Foce), l’impunto di soccorso a Castel Trosino.
In fase di realizzazione la vasca di accumulo e la condotta fino ad Ascoli, ma per finire l’opera sono necessarie nuove risorse rispetto al finanziamento previsto nel piano degli investimenti.