Cola dell’Amatrice tra Pinturicchio e Raffaello è il titolo della mostra che avrà inizio oggi, sabato 17 marzo, presso la Pinacoteca Civica e la Sala Cola dell’Amatrice ad Ascoli Piceno e abbraccerà il periodo estivo fino al 15 luglio 2018.
Hanno illustrato l’evento che rappresenta la terza manifestazione del progetto Mostrare le Marche: il consigliere regionale Fabio Urbinati, il sindaco di Ascoli Piceno Guido Castelli, l’assessore alla Cultura del Comune di Ascoli Piceno Giorgia Latini, il direttore delle Raccolte Comunali di Ascoli Piceno Stefano Papetti e il curatore della mostra Luca Pezzuto.
Si tratta di una mostra-evento con un valore socio-culturale importante – ha spiegato Guido Castelli – ed è frutto della collaborazione fra le istituzioni. Ascoli aveva bisogno di un’iniziativa come questa e Cola è un fedele compagno della nostra memoria storico-civile.
Urbinati si è riagganciato al discorso del sindaco, sottolineando che Cola dell’Amatrice tra Pinturicchio e Raffaello è indiscutibilmente uno dei progetti più considerevoli per la primavera-estate 2018 dell’intero territorio marchigiano. La mostra vuole essere un mezzo attraverso il quale rilanciare una città che da anni si trova in una delicata situazione socio-economica, aggravata di certo dalla crisi sismica 2016/2017. La via verso la rinascita per il consigliere passa per l’arte che spiega e interpreta l’identità storica di un popolo. La Regione Marche ha tanto creduto in questo progetto da investire 600 mila euro, di cui 300 provenienti da fondi ministeriali.
Per l’on. Latini la mostra non solo è uno strumento di ripresa, ma anche un esempio di bellezza alla quale bisogna sensibilizzare le nuove generazioni che rappresentano a tutti gli effetti i futuri conservatori di un tale patrimonio identitario.
Cola dell’Amatrice tra Pinturicchio e Raffaello, la mostra
In questo imperdibile tour alla ricerca della bellezza si incastra alla perfezione Ascoli Piceno, la quale è detentrice di un ragguardevole patrimonio storico, artistico e architettonico, motivo per cui, da sempre, è stata meta di grandi artisti e fucina d’arte.
I due curatori della mostra, Stefano Papetti e Luca Pezzuto, in occasione della conferenza stampa di presentazione hanno proprio spiegato che Cola dell’Amatrice è il simbolo emblematico dei vivaci rapporti che intercorrevano fra Ascoli e Roma nel periodo rinascimentale. A mettere in contatto l’Urbe con la periferia era la via Salaria che risultava trafficata non solo da commercianti, ma anche da innumerevoli maestranze itineranti. Così nel 1508 per eseguire il Polittico di Piagge arrivò proprio ad Ascoli Nicola Filotesio, detto Cola dell’Amatrice.
Oggi, anche per commemorare la tragedia subita dalle zone che hanno visto crescere l’artista, la Regione Marche e la città di Ascoli Piceno desiderano celebrare la sua abile maestria, la sua ingente cultura artistica e letteraria a partire dall’immenso patrimonio pittorico che il Filotesio ha lasciato in città nei suoi quarant’anni di permanenza.
Grazie alla mostra Cola dell’Amatrice tra Pinturicchio e Raffaello ad Ascoli sono giunte 60 opere straordinarie, alcune delle quali inedite come la Sacra Famiglia con i santi Giovannino e Francesco di Nicola Filotesio e il Beato Vincenzo dell’Aquila di Saturnino Gatti, entrambe provenienti dal capoluogo abruzzese. Non è mai stato esposto ed è una vera rarità il taccuino con i disegni di Cola che, come ha spiegato Papetti, è un documento rilevante da un punto di vista storico-artistico, in quanto conserva anche una sorta di ricettario per la realizzazione degli oli e delle sostanze utili per dipingere. Per la prima volta poi è possibile ammirare insieme le opere di Cola e Pedro Fernandez da Murcia, il quale dagli storici dell’arte viene spesso associato al Filotesio per l’uso di una gamma cromatica definita anti classica.
La mostra, divisa in tre sezioni – Classicismo dolce umbro, Cantieri dell’Urbe e Qualità e industria – è costituita da opere provenienti da prestigiose sedi museali come ad esempio la Biblioteca Angelica di Roma, i Musei Vaticani, l’Accademia di San Luca di Roma, il Gabinetto dei disegni e delle stampe degli Uffizi a Firenze.
La rassegna di Ascoli non si ferma alla creazione di un importante percorso espositivo e conoscitivo dell’artista e del contesto, in vista della mostra ben dieci tavole sono state oggetto di importanti indagini diagnostiche e, fra queste, sei sono state restaurate grazie alla Facoltà di Tecnologie e diagnostica per la conservazione e il restauro della Unicam. Dunque, con la mostra si è creato uno corpus di studi sulle tecniche utilizzate da Cola con risultati importanti sotto l’aspetto scientifico e della conoscenza del maestro di Amatrice. In occasione della conferenza la prof.ssa Roselli ha spiegato che mediante le indagini diagnostiche si ha l’opportunità di scoprire il backstage e di percorrere un affascinante viaggio nell’invisibile. Queste nuove tecnologie non solo favoriscono la conoscenza, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio storico-artistico, ma diventano una reale occasione occupazionale per le nuove generazioni.
Non meno importante appare il percorso di Cola che nella mostra si ricompone, da Amatrice, città del Filotesio, a luoghi emblematici come l’Abbazia di Farfa lungo la Salaria, ai passaggi tra Roma e gli Appennini, a l’Aquila, Perugia, Siena, Urbino. Attraverso l’arte di Cola c’è lo scorcio importante di ciò che l’artista ha vissuto e studiato, per questo in mostra troviamo accanto alle sue opere il Pinturicchio, il Perugino, il Crivelli, Luca Signorelli, e ancora Pietro Vannini, Filippino Lippi ma anche, per la prima volta il taccuino di disegni di Cola dell’Amatrice, fra cui spiccano i suoi studi su Luca Pacioli, su Leonardo, le sue riflessioni sulla stanza della Segnatura e dunque su Raffaello.
La mostra, protagonista alla Bit di Milano, è promossa dalla Regione Marche, realizzata grazie al contributo del Comune di Ascoli Piceno, Musei Civici di Ascoli Piceno, Anci Marche, BIM, Piceno Gas Vendita in collaborazione con il MIBACT, Università degli Studi di Camerino, segreteria Artifex International.
La mostra di Ascoli Piceno è occasione unica per conoscere da vicino Cola dell’Amatrice, maestro dell’arte italiana del ‘500, la cui opera, ancora poco nota, segna un contributo significativo all’arte rinascimentale italiana e aiuta a comprendere la sottile differenza fra esecuzione e invenzione.