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Sciopero sanità: dopo il 23 febbraio, quando i sindacati di medici e confederali hanno sospeso lo sciopero nazionale in vista di un confronto all’Aran – Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni – sul rinnovo del contratto di lavoro concernente l’arco di tempo compreso fra il 2016 e il 2018, sono state fissate altre 48 ore di inattività.

Difatti, gli infermieri e il personale del comparto sanità, esclusa la dirigenza, hanno annunciato che incroceranno le braccia per altre 48 ore. Lo sciopero, dunque, avrà inizio dalla mezzanotte di giovedì 12 fino alle ore 24 di venerdì 13 aprile e riguarderà tutti i turni di servizio.

Ad annunciare lo sciopero è stato ancora una volta il sindacato degli infermieri italiani Nursing Up insieme a Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche.

Sciopero sanità, le cause

Sul sito Nursing Up si leggono chiaramente le cause che hanno spinto gli infermieri e il personale del comparto sanità a fermare la loro preziosa collaborazione per ben 48 ore. Fondamentalmente è ritenuta intollerabile la carenza di risorse dovuta al disinteresse del Governo verso questa categoria.

Inoltre, si specifica:

Per noi è inammissibile il taglio dei fondi della contrattazione integrativa poiché non saranno 85 euro promessi a tutti i lavoratori o 67 euro che il contratto appena sottoscritto assegna agli infermieri in categoria “D” che bonificheranno il vuoto lasciato da nove anni di congelamento contrattuale.

È considerato inaccettabile il mancato riconoscimento della progressione economica, quindi il passaggio di fascia e di categoria per infermieri, caposala e altri professionisti sanitari.

È intollerabile che non vi siano scatti di carriera per anzianità di servizio delle professioni sanitarie non mediche; il fatto che non siano riconosciute le ore destinate al fondamentale aggiornamento professionale e che non vi sia l’opportunità di svolgere libera attività professionale.

È grave l’attuale crisi occupazionale infermieristica per cui oltre 25mila infermieri sono disoccupati e di conseguenza è assurdo il sovraccarico di lavoro che il personale infermieristico è chiamato a sopperire a causa di un mancato ricambio generazionale.

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