Le letture sulla storia servono a capire il presente. Questa frase andrebbe incisa sui muri di tutte le strade, tanto più in questi giorni durante i quali si cerca, attraverso la memoria del passato, di non ripetere e reiterare gli orrori nel presente.
Il professor Cardini ha tenuto un incontro dedicato al rapporto tra Europa e Islam presso la libreria Rinascita, offrendo ai ragazzi dei licei una Lectio Magistralis sul tema dei veri rapporti che intercorsero nella storia tra la civiltà europea (più o meno cristiana) e l’oriente musulmano.
Una storia di rapporti che, ben al di là della vulgata fatta di “scontro di civiltà” e lotta senza quartiere, è stata in realtà una lunga serie di incontri, condivisioni e scambi commerciali e culturali. La realtà dunque è ben più ricca e affascinate di quanto si pensi normalmente.
In Europa leggiamo Aristotele grazie ad Averroè e contiamo grazie ai numeri arabi e possiamo leggere parte della meravigliosa letteratura greca grazie alla cura che gli intellettuali della Mezzaluna ebbero nel conservare opere antiche traducendole in arabo.
Questo riconoscimento non vuole tuttavia negare differenze e distanze. Se l’Occidente ha subito nei secoli un processo di laicizzazione che rende difficile ora identificare l’Europa come “terra cristiana” in senso assoluto, la sensibilità dell’islam vede nella fede non solo una religione ma una vera forma mentis che pervade ogni aspetto dell’esistenza dalla politica, alla economia al quotidiano.
Ovviamente non posso se non dedicare il post seguente ad alcuni libri di Cardini, alcune utilissime letture sulla storia. Strumenti utilissimi per comprendere meglio il mondo di ieri… e quello di oggi.
Letture sulla storia, i libri di Cardini
Prima suggestione: La via della seta. Una strada, o meglio una rete di strade, un fascio di percorsi terrestri e marittimi hanno spostato nel corso dei secoli uomini, merci e conoscenze dall’estremità orientale dell’Asia sino al Mediterraneo e all’Europa. Romantica e recente, l’espressione «via della seta» restituisce il senso di un mondo vasto, attraversato fin dai tempi antichi da guerre e conflitti ma animato anche dal fervore di scambi commerciali, culturali e politici.
Fra montagne e altipiani per questo cammino sono transitati spezie, animali, ceramiche, cobalto, carta, e naturalmente la seta. Alessandria, Chang’an, Samarcanda, Bukhara, Baghdad, Istanbul: sono alcune delle tappe di un viaggio millenario che giunge fin dentro al nostro presente. Perché la via della seta non è solo un racconto del passato, ma ha a che fare con il nostro futuro globale.
Proseguo con un libro dal titolo molto esplicito: Terrore e idiozia. Venerdì 13 novembre i terroristi sono tornati a colpire Parigi e con gli attentati allo Stade de France, al Bataclan, al bistrot, hanno mirato il cuore della civiltà europea.
Dopo l’attacco a “Charlie Hebdo”, siamo scesi nelle strade a difendere le nostre libertà e gridare la nostra indignazione, dopo la strage al Bataclan siamo scesi in guerra. Messe così, le cose sarebbero sì tragiche, ma almeno logiche.
Il fatto è che la verità appare diversa, più complessa. Le forze di polizia e gli organi di sicurezza europei non sembrano riusciti ad arginare la sfida lanciata dal terrorismo islamista. DIISH, ISIS, IS: le sigle cambiano, ma le bandiere nere del califfato continuano a svettare su un’ampia porzione del Vicino Oriente, spuntano anche in Africa e sono ormai giunte a seminare morte e terrore in Europa.
La Francia e poi la Russia hanno avviato alcuni bombardamenti, e del resto ce n’erano già stati dall’estate del 2014. Ma siamo sicuri che questa guerra si vinca con i bombardamenti a tappeto? E cosa ne è stato delle guerre precedenti? L’Afghanistan, l’Iraq, la Libia: abbiamo finora fatto soltanto errori, o abbiamo commesso anche qualcosa di peggio (crimini a parte)?
Molti dubbi ci colgono. Non sarà che, come diceva Bertolt Brecht, mentre marciamo contro il nemico è il nemico che marcia alla nostra testa? Il califfo vuole seminare il panico e spingerci ad attaccare indiscriminatamente per dimostrare ai musulmani sunniti che noi siamo davvero nemici non suoi, ma loro. Perché facciamo il suo gioco?
Concludo con il libro che sarà anche il titolo del dibattito di martedì: “Europa e Islam. Storia di un malinteso” Nonostante crociate e guerricciole, scorrerie di pirati, saccheggi e tratta di schiavi, nonostante Lepanto e l’assedio di Vienna, la verità è che con l’Islam abbiamo sempre commerciato bene e avuto, in sostanza, buoni rapporti.
In tempi diversi si è sovrapposto un malinteso, dagli esiti spaventosi per l’una e l’altra parte.
A presto, scrivetemi a info@bibliodiversita.it