Nuove opportunità di finanziamento sono previste per i castagneti storici nel Piano di sviluppo rurale delle Marche. Agevolazioni che sicuramente daranno una nuova vita anche al Marroncino dell’Ascensione, tipo di castagna piccola e saporita simbolo del territorio come sottolinea la Cia Confederazione agricoltori di Ascoli e Fermo.
Marroncino che passione
Questo quanto emerso nel corso del convegno “Marroncino che passione” svoltosi nei giorni scorsi presso il ristorante La Madonnina di Capradosso alla presenza, tra gli altri, di Anna Casini vicepresidente della Regione Marche che ha illustrato le possibilità di sviluppo della castagna o meglio del marroncino dell’ascensione. Tra i relatori intervenuti anche tecnici fitopatologici dell’Istituto tecnico agrario “C.Ulpiani” di Ascoli che hanno illustrato le problematiche delle nuove malattie del castagno, alcuni membri dell’Unione Montana Sibillini che hanno parlato del recupero dei castagneti da frutto e del Gal per i progetti di filiera.
L’importanza dei nuovi bandi
“Per noi rappresenta un prodotto molto pregiato e che richiama un grande numero di persone – ha spiegato Giovanni Borraccini sindaco di Rotella – per questo bisogna favorire la piantumazione di questi castagneti. Un tempo considerata un’attiva di grande reddito per gli agricoltori, sia per il frutto che per i prodotti che da esso si poteva trarne come le farine”. Ai nuovi bandi proposti dalla Regione Marche possono accedere agricoltori singoli o associati in attività, per richiedere il sostegno a investimenti nelle aziende agricole. Come miglioramento fondiario quindi manutenzione straordinaria del castagneto da frutto come rinfoltimenti, reimpianti, sovrainnesti, potatura di riforma; acquisto di macchine agevolatrici per la raccolta, con dispositivi agevolatori. Ed investimenti per la trasformazione ovvero insacchettamento ed etichettatura o la trasformazione.
Per i progetti di filiera
Per quanto riguarda i progetti di filiera, come filiere corte e mercati locali, sono previsti aiuti, oltre che per gli investimenti, anche per la gestione della filiera tramite la figura del facilitatore di filiera per la realizzazione del piano di animazione. Ed ancora aiuti per la formazione, l’informazione oltre che la promozione in ambito locale in un raggio di 30 chilometri. Contributo per le aree del cratere e quindi per la trasformazione e commercializzazione, ma soprattutto per la certificazione di qualità e la tracciabilità. “Una serie di iniziative che sicuramente consentiranno di migliorare le condizioni di coltivazione e di gestione agronomica delle superfici castanicole – fanno sapere dalla Cia provinciale – e quindi instaurare un virtuoso processo di sviluppo del settore e dunque dell’intera area di riferimento”.