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Recentemente, si è dibattuto molto sulla questione relativa all’aeroporto di Reggio Calabria “Tito Minniti”. Negli scorsi anni l’aeroporto è stato trascurato ed è divenuto oggetto di mala-gestione che l’ha portato sull’orlo del fallimento.

Le avvisaglie

Già diversi anni fa l’aeroporto Tito Minniti versava in condizioni disastrose e in perdita. Recentemente, la colpa è stata fatta scivolare sulla compagnia di bandiera Alitalia (se ancora così la si vuole chiamare), come se non avesse abbastanza problemi di suo. Durante il 2016 altri segni di un’imminente possibile tracollo erano stati palesati dalla chiusura dell’aeroporto di Crotone disposta dall’Enac. Il 18 ottobre 2016, il giudice del Tribunale fallimentare di Reggio Calabria, Giuseppe Campagna, concedette la proroga dell’esercizio provvisorio, ancorché subordinato alla nomina di tre curatori fallimentari, della gestione dell’aeroporto “Tito Minniti” alla Sogas. Da allora, dell’impegno della Regione Calabria non si è visto nulla fino a qualche recente idea popolarizzata come visione strategica per il turismo e la cultura.

La visione strategica

L’affermazione del sottosegretario Dorina Bianchi è lampante. La regione Calabria ha molto da offrire dal punto di vista culturale, enogastronomico, naturalistico e archeologico. Di conseguenza, il turismo dovrebbe essere uno dei punti più importanti nell’agenda della regione. Tutto vero e tutto molto bello, se non fosse che gli altisonanti proclami politici sono specialmente frequenti in concomitanza con disastri economici. Quale sarebbe la visione strategica? Rendere l’aeroporto di Reggio Calabria l’aeroporto dello stretto. Questa è la grande visione strategica di Falcomatà, che sembra tanto alla spartizione dei debiti piuttosto che ad un piano strategico per la crescita.

Il punto economico

Il comune di Reggio Calabria è sottoposto ad un piano di riequilibrio finanziario e pertanto può spendere soltanto le risorse necessarie affinché siano garantiti i servizi essenziali previsti dalla legge. Per lo stesso motivo, il comune non dovrebbe acquisire patrimoni privati, come nel caso del Teatro Politeama Siracusa. Il concetto è semplice e potrebbe essere rappresentato con un’analogia con il trading online.

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Quando un investitore (il comune) perde ingenti somme a causa di investimenti poco accurati (le spese del comune) si trova nella situazione di finire in bancarotta o di riprendere gli investimenti con il poco capitale rimasto (i servizi necessari e indispensabili). Certo, la ripresa è lenta ma è l’unica strada se non vi sono altre iniezioni di capitale. Cosa fa il comune di Reggio Calabria a questo proposito?

Iniezioni di capitale

Purtroppo, nel grandioso piano strategico per il miglioramento della scadente situazione finanziaria dell’aeroporto “Tito Minniti” non c’è nulla di strategico. L’unica iniezione di capitale sembra provenire come al solito dallo stato. Nonostante si potrebbe pensare ad un rilancio del turismo in collaborazione con i privati, ad una partnership con Ryanair per attrarre turisti da tutta Europa e all’uso di bond per rilanciare la situazione economica del comune e dell’aeroporto stesso, nessuno sembra aver pensato ad una vera visione strategica di lungo periodo.

Probabilmente, sarà proprio questa miopia, assieme all’incapacità e all’inadeguatezza degli amministratori locali a garantire lo spreco di altre risorse pubbliche. Fra qualche anno, o forse fra qualche mese, torneremo a parlare degli stessi problemi. Del resto, finanziereste un investitore che produce solo perdite?

Le informazioni pubblicate su questo articolo hanno finalità informativa, e/o pubblicitaria/promozionale e non sono in alcun modo da intendersi né come consulenza, né come sollecitamento all’investimento.

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