“Faccio appello al buon senso di chi guida le banche che operano nel nostro territorio perché si evitino di appesantire ulteriormente le difficoltà, gravissime, a carico dei cittadini e di decine di piccole imprenditori che hanno perso la casa o negozi, laboratori e uffici per via del terremoto”. Lo ha detto il presidente della Camera di commercio, Gino Sabatini, riferendosi alla possibilità dello stop alla moratoria per mutui e interessi che prevederebbe a gennaio 2018 che gli istituti di credito tornino a chiedere le rate dei mutui e dei finanziamenti sospesi tecnicamente fino a dicembre di quest’anno. “Non voglio nemmeno prendere in considerazione – ha aggiunto – l’ipotesi che le banche chiedano una quota interessi per le rate sospese, perché sarebbe aberrante”.
Sabatini fa il punto
Secondo il presidente dell’Ente camerale, “le banche stanno esercitando un ruolo di sostegno a un’economia in ginocchio da anni e, dopo il terremoto, un po’ tutte hanno messo a disposizione delle famiglie e del sistema imprenditoriale, plafond significativi a conferma di una volontà espressa non solo a parole”. Proprio per questa ragione, “è auspicabile che da qui alla fine dell’anno si trovi una soluzione che vada oltre le rigide regole bancarie, approvate dal governo all’indomani del terremoto in Emilia, possibilmente con l’intervento di mediazione della Regione Marche, che ora ha un ruolo ancora più centrale nella gestione del post terremoto e della ricostruzione, e dell’Abi, che non può girare le spalle a famiglie e piccoli imprenditori che chiedono una moratoria più lunga”.
La richiesta
“Non è assolutamente giusto – ha ribadito Sabatini – che dal 1 gennaio 2018 ci possa essere un prelievo forzoso dell’importo delle rate e degli interessi dal conto corrente di coloro che hanno casa o un’attività compromessa e che, ad oggi, non sanno ancora quando e dove verrà ricostruita”. “Non è mai piacevole fare paragoni quando parliamo di eventi che hanno un impatto così distruttivo – ha concluso il presidente della camera di commercio -, ma le esperienze maturate nel dopo terremoto in Emilia dovrebbero avere un peso. Per tutte queste ragioni, dunque, dev’essere obbligo di tutti coloro che hanno un ruolo pubblico, come la politica, e privato, come le banche, ascoltare cittadini e imprenditori e, soprattutto, guardare con attenzione ai fatti, senza fare sconti a chi vuole speculare in questa situazione di disagio, ma rispondendo velocemente e con concretezza alle necessità di chi il terremoto ha messo in ginocchio”.