E’ passato un anno dopo il terremoto, e da quella prima scossa, alle ore 03,36 del 24 agosto 2016, durante la quale persero la vita 50 persone ad Arquata del Tronto nella sola provincia di Ascoli Piceno (267 morti tra Amatrice, Arquata e Accumoli), il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli, nel corso di una conferenza, ha fatto il punto della situazione.
“Un anno di duro impegno da parte delle istituzioni regionali. – ha subito detto Ceriscioli – Ad oggi abbiamo tutti gli strumenti per la ricostruzione, risorse economiche e norme operative ed è un fatto eccezionale in tempi così stretti avere le risorse necessarie. Un fatto non scontato alla luce di passate crisi sismiche. Quindi è una bugia strumentale continuare a dire che non ci sono risorse e non lo può dire soprattutto chi le ha già prontamente e lautamente ricevute in termini di milioni di euro per ricostruire strutture. Non è un discorso di mancata informazione o di troppa burocrazia, ma solo un modo di chi cerca un facile consenso scaricando le proprie responsabilità sulla Regione. La collaborazione fra Enti locali e Istituzioni regionali – ha affermato – deve continuare in misura maggiore proprio ora, coinvolgendo anche le Province nel processo di ricostruzione per un coordinamento territoriale”.
Riportate le persone nei borghi
Da qui prende le mosse il bilancio, con l’aiuto di alcune slide, a un anno dal terremoto tenendo conto che dopo la scossa del 24 agosto ne sono seguite altre: quella del 26 ottobre 2016, quella del 30 ottobre 2016 e la serie di scosse del 18 gennaio 2017. La terra per mesi non ha mai smesso di tremare provocando danni in un superficie di 3.978 Kmq, coinvolgendo 3 Province e attivando una consistente task force dell’emergenza da tutta Italia, 3.409 alberghi per l’accoglienza e l’erogazione di 28.570 euro di Contributi per l’autonoma sistemazione.
Nella Regione Marche si sono contati 31.979 sfollati, 87 i Comuni nel cratere, su 131 totali, 90 i Comuni fuori dal cratere che hanno fatto segnalazioni di danni. Attualmente come ha spiegato Ceriscioli ci sono “78 cantieri aperti per riportare le persone nei borghi con la consegna delle casette che saranno assegnate tutte entro la fine dell’anno“. Per quanto riguarda i lotti nei territori del Piceno, consegnate a giugno 2017 le casette a Pescara del Tronto e Piedilama, si prevede invece la consegna entro ottobre 2017 dell’area Sae di località Arli ad Acquasanta Terme, Spelonga – Colle e Force in località Fontevecchia, entro settembre 2017 quella di Pretare, Faete 1 e Faete 2. Tra ottobre e novembre 2017, poi, le aree Sae previste a Montegallo.
I borghi non saranno più gli stessi
“Una macchina operativa a pieno regime – ha continuato Ceriscioli – anche quella delle macerie: 125 mila tonnellate già rimosse, l’80% di quelle pubbliche”. Ad oggi 44 su 52 Comuni sono totalmente liberi dalle macerie; nei restanti Comuni è stata liberata la viabilità principale e restano da liberare alcuni tratti di viabilità secondaria. Caso a parte è costituito da Arquata del Tronto, dove sono state rimosse 61.204,70 tonnellate di macerie, dove però risulta ancora la presenza su area pubblica e su area privata.
“Solo per fare un paragone con il terremoto dell’Aquila, – ha spiegato Ceriscioli – a distanza di un anno furono rimosse 50 mila tonnellate. Un lavoro importante quindi non solo in quantità ma anche in qualità ambientale e sociale, con la separazione dei materiali pericolosi come l’amianto e anche con la restituzione alle famiglie dei beni personali ritrovati, fino alle fotografie”.
Si riparte dal lavoro
In questo periodo sono state 50 le attività produttive delocalizzate con un investimento dedicato di 9,5 milioni di euro. Ultimati gli interventi in 14 Comuni su 29 che ne avevano fatto richiesta; tra questi Montemonaco e Castel di Lama. Per l’Agricoltura poi è stato un anno ancora più orribile, gli agricoltori e gli allevatori marchigiani colpiti dal terremoto, poi dalla neve e ancora oggi dalla siccità. “Il 90% delle stalle sono state realizzate – fa sapere la Regione – e moltissimi allevatori hanno deciso, dopo una scelta di realizzazione autonoma, di ritornare alla realizzazione attraverso le procedure regionali”.
Per scuola, sanità, turismo, beni culturali ed ecclesiastici
“In un anno solo per le Marche sono stati stanziati più di 1 miliardo di euro tra Piano Scuole e delle strutture sanitarie, rilancio turistico del territorio e delle imprese, dissesto idrogeologico agricoltura, ripristino delle strade , sanità, beni culturali e promozione. – ha precisato il presidente Ceriscioli – Il Governo quindi non solo ha emanato norme fondamentali, che per la prima volta riguardano anche le seconde case, ma ha stanziato fondi importantissimi per la ripartenza e su cui contare. Non solo per fronteggiare l’emergenza e l’immediato ma che comporta una visione più profonda che guarda al futuro, alla ricostruzione anche di un’economia che funzioni e alla costruzione di condizioni che permettano ai cittadini di tornare a vivere nei loro territori di origine”.
Un bilancio a un anno dal terremoto che annuncia il ruolo della Regione e degli enti territoriali sempre più decisivo per la ricostruzione.