“L’impianto di depurazione del Consind (Consorzio per lo sviluppo industriale delle valli del Tronto, dell’Aso e del Tesino) ubicato presso l’abitato di Villa Sant’Antonio ad Ascoli Piceno ha sempre rappresentato un problema a causa dei miasmi che si propagano nell’ambiente circostante. Nell’ultimo mese, in corrispondenza del grande caldo e delle elevate temperature, questi miasmi sono diventati davvero insopportabili”. Così il sindaco di Ascoli Piceno Guido Castelli ha sottolineato la sua preoccupazione.
Arriva l’esposto
“Il tanfo sta producendo un malessere che potrebbe anche confliggere con il diritto alla salute degli abitanti di Villa Sant’Antonio. – ha aggiunto – Per fare luce sulle cause di tali miasmi e per verificare se siano in qualche misura da ricondurre a delle inadeguetezze dei cicli di lavorazione del depuratore ho deciso di inoltrare un esposto alla procura della Repubblica ed al N.O.E. (Nucleo operativo ecologico dei carabinieri) per accertare se quell’impianto lavori nel rispetto di tutte le normative di sicurezza e se tali miasmi possano produrre interferenze e turbative gravi rispetto a quella che è la salubrità di Villa Sant’Antonio”.
Attese risposte celeri
Il sindaco è arrivato a questa importante decisione dopo aver preso atto delle proteste e della situazione di malessere degli abitanti della frazione ascolana. “Ho voluto anche mandare un messaggio ufficiale – ha sottolineato Castelli – a Consind, Provincia di Ascoli ed Arpam, enti pubblici rispettivamente proprietari, deputati ai controlli e chiamati ai controlli delle regolamentazioni e delle strutture relative a prescrizioni ambientali. Chiedo ufficialmente – ha ribadito il sindaco – che la Provincia ed il presidente Paolo D’Erasmo intervengano e dispongano tutti i controlli necessari visto che a Villa Sant’Antonio, nell’ultimo periodo, è diventato quasi impossibile vivere e stiamo rasentando una crisi collettiva. Diversamente – ha sentenziato – dovrò studiare forme di intervento diretto del Comune che andrò a valutare nel caso dovesse persistere un atteggiamento di indifferenza da parte di Provincia, Consind e Arpam. Non ci accontentiamo di sapere se le emissioni siano o meno rispettose dei limiti di legge, vogliamo sapere se questo impianto possa coesistere con dei centri abitati che intendono tutelare giustamente il proprio diritto alla salute”.