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Prevenzione della produzione dei rifiuti e buona gestione: questi sono i parametri, oltre al raggiungimento di raccolta differenziata del 65% previsto dalla legge, con cui 5 comuni marchigiani sono stati incoronati oggi a Roma per la XXIV edizione di “Comuni Ricicloni”.
Anche quest’anno, oltre a premiare l’alta percentuale di raccolta differenziata, la soglia massima di rifiuto indifferenziato (costituito dal secco residuo e dalla parte di rifiuti ingombranti avviata a smaltimento) da non superare per entrare nelle graduatorie, è stata fissata in 75 chilogrammi annui per abitante.

Ecco i Comuni ricicloni

Quest’anno nessun vincitore per la categoria sopra ai 10.000 abitanti, mentre, per quella sotto, Castorano (AP) risulta il vincitore assoluto con l’84,3% di raccolta differenziata e 39 kg all’anno per abitante. Seguono i comuni di Folignano (AP), con 56,9kg/a/ab, Arquata del Tronto (AP) con 63,6kg/a/ab, Torre San Patrizio (FM) con 69,5kg/a/ab e Ripe San Ginesio (MC) con 70,5kg/a/ab. 

Premiati, inoltre, anche il COSMARI srl con il Premio CIC (Consorzio Italiano Compostatori) per aver effettuato la miglior raccolta di verde e organico, il comune di Numana (AN) con il premio RILEGNO per miglior raccolta di imballaggi in legno e il comune di Visso (MC) con il premio RICREA per la miglior raccolta degli imballaggi in acciaio.

Il punto di Legambiente

“Bisogna puntare alla riduzione della frazione indifferenziata che finisce in discarica e accompagnare la nuova fase della gestione dei rifiuti che ci permetta di dire definitivamente addio alle metodologie utilizzate negli anni ’90 e 2000, come le discariche e gli inceneritori – commenta Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche –. Per realizzare questo, accanto alla prevenzione della produzione dei rifiuti, dobbiamo continuare a lavorare nei territori che sono in ritardo con la raccolta differenziata, continuare a investire sul porta a porta, sul sistema di tariffazione puntuale su larga scala e puntare sulla qualità di quanto viene differenziato.

Inoltre è necessario investire su un’impiantistica che sia al servizio del riciclo, per recuperare i materiali in parallelo ad una raccolta differenziata di qualità. Chiaramente la realizzazione di questi impianti non può essere solo una questione dei Comuni o dell’A.T.A., ma deve essere gestita a partire dalla Regione, che può convogliare le esigenze di tutti i Comuni in pochi impianti. Il biometano inoltre, se gestito in maniera intelligente e innovativa, può essere una risorsa fondamentale e, soprattutto nella nostra Regione, può aiutare a risolvere le criticità legate alla gestione dei rifiuti. Solo attraverso questi step necessari saremo in grado di passare alla fase successiva della gestione dei rifiuti delle Marche e riusciremo ad ottenere un miglioramento delle performances, un’economia più sostenibile, innovazione e una comunità più forte e pronta alle nuove sfide”. 

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