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La vicepresidente della Regione Marche Anna Casini, l’onorevole Luciano Agostini, i consiglieri regionali Giorgini, Celani, Urbinati e tutto il consiglio comunale di Ascoli Piceno assieme agli operatori del settore, ai sindacati e alle associazioni locali per parlare dello stato di salute della sanità picena

La richiesta di una seduta aperta del consiglio comunale sul tema della sanità era stata avanzata dal presidente del consiglio comunale, Marco Fioravanti, la scorsa settimana, aprendo l’invito già al presidente della Regione, oggi non presente in sala consiliare per un altro consiglio comunale, ma “sostituito” dalla vice Casini.

La politica sulla sanità picena

Il tema al centro del dibattito politico locale e regionale è stato soprattutto l’ospedale unico. “La Regione ci metterà le risorse – ha chiarito Anna Casini – ma il progetto dell’ospedale unico deve arrivare dal territorio. I due presidi già esistenti devono rimanere, è impensabile privarcene, si tratta tuttavia di valutazioni tecniche, mi interessa di più capire cosa vogliamo fare della sanità picena”. 

“In merito all’ospedale unico – ha detto invece Guido Castelli – ci aspettiamo che la nuova giunta lavori su questo progetto. L’andazzo di emanare delibere specifiche che siano decontestualizzate da una visione generale strategica non è più possibile. L’ospedale unico ha un senso se il progetto viene proposto in modo corretto e sobrio sotto il profilo finanziario. Ci vuole un piano regionale che ci dica con esattezza qual è l’indirizzo che la regione dà alla sanità picena. I veri problemi sono quelli che derivano all’organizzazione centralista della Regione”. 

L’Asur nacque con tre obiettivi – ha ricordato Luciano Agostini – ovvero: determinare una razionalizzazione sui beni e servizi della spesa sanitaria, cercare di rendere protagonista il territorio per funzioni delegate e non proprie, e la sussidiarietà. Non tutto è stato assolto, ma la nostra Regione non è mai rientrata tra i commissariamenti. Abbiamo bisogno di un progetto di area vasta che sappia dare l’orizzonte dei servizi che vogliamo costruire e abbiamo busogno del coinvolgimento di tutti, a partire dagli operatori. È vero, nel piceno c’è una concentrazione dei privati, ma possiamo guardare il privato in un ottica di complementarietà del pubblico?”.

“La mobilità attiva verso le Marche rappresenta 60 milioni di euro nel 2016 – ha detto Peppino Giorgini, consigliere regionale 5 Stelle – questi soldi dove vanno a finire? Nelle marche ci sono 33 ospedali, 50mila abitanti per ogni ospedale. La media nella provincia ascolana è di 100mila abitanti, perché mai dovremmo depauperare ancora i nostri presidi?”.

Secondo il consigliere regionale Paolo Urbinati la Regione sta agendo bene in materia di sanità, ma il Piceno deve dare un progetto e una direzione in merito all’ospedale unico. 

“Il declino della sanita picena coincide con l’avvento dell’area vasta – ha detto il consigliere regionale Piero Celani -. L’area vasta è stata una semplice fusione a freddo di due ospedali senza avere risorse idonee per sviluppare un sistema integrato. Il problema sta nella programmazione della Regione in merito alla sanità picena.

Gli interventi dei sindacati

“L’area vasta 5 è l’unica realta ad avere una consistente mobilità attiva – ha detto Giorgio Cipollini della Cisl – significa che verso questo territorio migra una fetta consistente degli abruzzesi, che rappresentano circa 12 milioni di euro all’anno che vanno al sistema regionale e non ci tornano indietro. D’altro canto questa è anche un’area vasta anche con una forte mobilità oassiva, perché se siamo costretti a erogare prestazioni sanitarie per persone esterne che vengono qui, i nostri concittadini non hanno a disposizione servizi sanitari adguati e sono costretti a migrare a loro volta. Per questo chiediamo nuove risorse. Infine, questa area è l’unica in cui insiste una sanità privata di ampio raggio perché evidentemente qui la sanità pubblica non è all’altezza delle altre aree vaste”.

“L’Asur ci usa come bancomat per ripianare i disavanzi soprattutto di Marche Nord – ha aggiunto Mauro Giuliani, RSU Area Vasta 5 – questo territorio deve riacquistare la proprio dignità di sanità pubblica”. 

“I sindaci dovrebbero lavorare per l’ospedale unico ma solo con il finanziamento certo della Regione”, ha detto Giancarlo Collina della Cgil.

 

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