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Difendere la moda “vera”, questo l’obiettivo dell’appuntamento promosso dalla Cna Picena, basti pensare che nelle Marche oltre la metà dei 300 milioni di fatturato del “falso” riguardano proprio abbigliamento e tessile. Temi di grande attualità che hanno portato oltre quattrocento partecipanti a San Benedetto del Tronto al “Green Job nel fashion, progettare, produrre e vendere la moda sostenibile”, il convegno organizzato dalla Cna di Ascoli Piceno, settore Federmoda, al Palariviera. Fra gli interventi più seguiti quelli del responsabile nazionale Federmoda Cna Antonio Franceschini e degli economisti Marco Richetti e Aurora Magni. Al termine del convegno l’assemblea dei soci dell’Unione Federmoda provinciale Picena hanno nominato Arianna Trillini portavoce del settore per la Cna.

Sostenere il mondo della moda

“Il sistema della moda e del tessile del Piceno è fra quei comparti che ha resistito meglio al gravissimo impatto della crisi – spiegano Luigi Passaretti e Francesco Balloni, presidente e direttore della Cna di Ascoli – e attualmente ci sono in provincia ben 500 aziende che operano in questi campo. Il calo di imprese, di fatturato e di dipendenti purtroppo c’è stato, ma in misura minore rispetto ad altre realtà regionali. Probabilmente anche per una capacità che c’è stata di reinventarsi con la creatività artigiana e il saper fare che la Cna Picena si sta adoperando per mettere in rete, rendendo così più competitive le imprese, anche nei confronti dei sempre più difficili mercati esteri”.

I numeri delle Marche

Questi i dati elaborati, per la Cna Picena, dal Centro studi della Cna regionale delle Marche. Tra il 2009 e il 2016 il comparto moda delle Marche ha perso 2 mila addetti e 675 imprese, pari al 10 per cento delle 6.178 aziende in attività A pagare il conto più salato sono state le imprese di calzature e articoli in pelle (-574) mentre l’abbigliamento ha perso 62 aziende e il tessile 39. Un settore, quello della moda, composto da 3.863 aziende nel calzaturiero,1.891 nell’abbigliamento e 424 nel tessile. Nel Piceno, invece, le imprese sono passate da 511 nel 2009 a 497 nel 2016, con un impatto negativo più mitigato rispetto alle altre province marchigiane. In sette anni meno 14 imprese, per fare un esempio, a fronte delle quasi seicento in meno registrate nelle vicine province di Fermo e Macerata.

Tutelare il made in Italy

“Economia sostenibile, tutela del made in Italy e lotta alla contraffazione – ha detto intervenendo al convegno Doriana Marini presidente di Federmoda Cna Marche – sono al centro del nostro impegno. In particolare il commercio del falso, oltre a rappresentare un pericolo per la salute dei consumatori, sottrae all’economia legale della nostra regione più del 10 per cento del mercato per oltre 300 milioni di euro di cui la metà riguarda prodotti di abbigliamento, moda e accessori. Due prodotti contraffatti su tre provengono dalla Cina. Per il restante terzo i Paesi di partenza sono Hong Kong, Turchia, Siria, Grecia, Nepal Tunisia e Marocco.”

La voce di Federmoda

Arianna Trillini, neoportavoce di Cna Federmoda Ascoli ha ribadito l’importanza di “continuare al meglio tutte le attività di Federmoda relative alla formazione al promozione con sfilate e maching tra imprese organizzazione di seminari”. Massimo Mancini, designer e docente, è stato riconfermato nel ruolo di vice presidente e, ora, portavoce del mestiere Confezioni su misura. “Soddisfazione per il nuovo direttivo del settore moda con nuove entrate di imprese gestite da giovani imprenditori – aggiunge Irene Cicchiello, funzionaria Cna provinciale Ascoli Federmoda – per i quali il sistema Cna continua ad operarsi per garantire formazione e crescita”.

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