“Sapevo delle Marche la regione al plurale ma non sapevo delle Marche con e senza il terremoto. Una lacuna che Turismo Promozione, assessorato al Turismo della regione Marche, ha provveduto a riempire”. Così il consigliere regionale di Forza Italia Piero Celani ha commentato la mossa della regione Marche per la promozione del turismo regionale per il rilancio del territorio dopo il territorio.
La frase incriminata
“Nella lettera che accompagna la brochure Il Natale nelle Marche, mercatini, feste di Natale e mostre, dopo aver ricordato le sofferenze e le ferite del sisma di agosto e ottobre, leggiamo ‘Crediamo tuttavia che il modo migliore per aiutare le Marche sia visitarle e cogliere le occasioni che gli eventi in corso in questo periodo come le grandi mostre di Osimo, Loreto, Senigallia, Ancona e Urbino e i mercatini natalizi dei luoghi storici e città d’arte della provincia di Pesaro Urbino – tutti territori lontani dai luoghi del sisma – sanno offrire”.
La regione spaccata in due
“Tutti territori lontani dai luoghi del sisma?! Davvero una gran bella promozione, specie per quelle genti e quei territori colpiti dal terremoto. – ha commentato Celani – E, giusto per rimarcare anche visivamente che non tutte le Marche sono sicure, ecco che subito dopo i dati relativi al Mercatino di Ascoli appare una bellissima scritta in rosso che dice ‘In seguito al forte terremoto che ha colpito recentemente il Centro Italia, l’evento potrebbe subire variazioni e slittamenti. Prima di muoversi, rivolgersi in ogni caso ai numeri indicati nella sezione Informazioni’. La vecchia regione al plurale – ha aggiunto il consigliere regionale – ora è divisa in due regioni: quella senza e quella con il terremoto e visitatela pure, purchè sia il nord, come si sa esente da scosse sismiche”.
Ripartire dopo il terremoto
Per il consigliere Celani, la premessa era buona, perché vero, il modo migliore per aiutare le Marche è visitarle. Ma così facendo la Regione dimentica quella parte di regione “che dopo il terremoto ora sta facendo i conti con una burocrazia ottusa. Una parte delle Marche che non ha bisogno di ulteriori pesi”. “Così mentre Cristo si ferma ad Eboli ecco che le Marche si fermano al confine anconetano. – e conclude Celani – Con buona pace di quanti ancora credono che le Marche siano una regione al plurale. No. Le Marche sono due regioni. Quella devastata dal terremoto e quella che il terremoto l’ha seguito in tivù”.