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Era il 2003 quando Merlin, un pesce pagliaccio con una scarsa abilità nel raccontare barzellette, attraversava l’oceano alla ricerca del figlioletto Nemo. Ad accompagnarlo e aiutarlo nella divertente impresa la pesciolina Dory, anche lei dotata di una particolarità: la memoria a breve termine.

Come tutti sappiamo Nemo riuscì a ricongiungersi al padre soprattutto grazie a lei  e ora dopo 13 anni la Pixar le ‘regala’ un film, tutto incentrato sulla ricerca dei suoi genitori. In questa nuova avventura Dory, sempre al fianco dei due pesci pagliaccio, gestisce meglio che può i suoi vuoti di memoria, fino a che non si rende conto di aver dimenticato una cosa molto importante: la sua famiglia. Chi sono i suoi genitori e perché non sono al suo fianco? Come ha fatto a perderli, ma soprattutto come può rivederli? Così Dory si mette sulle loro tracce e attraversa l’Oceano fino al prestigioso Parco Oceanografico della California dove, secondo le testimonianze dei suoi amici, i suoi genitori sono stati visti l’ultima volta. Ogni punto del parco risveglia in Dory un piccolo ricordo e grazie al suo straordinario coraggio riesce a risalire le tubature, tuffarsi nelle vasche più rischiose e inseguire camion in corsa pur di raggiungere il suo obiettivo. Ma nulla sarebbe possibile senza i suoi amici, che anche nelle imprese più disperate non smettono di credere in lei tanto da ripetersi sempre come un mantra ‘Cosa farebbe Dory in questa situazione?’.

Così come il piccolo Nemo, con la sua pinna atrofica che gli impediva di ‘buttarsi’ in situazioni estreme, anche Dory rimane bloccata dalla paura costante di non ricordarsi. Ma sarà grazie al vero amore infusole dagli amici e dalla famiglia che permetterà alla coraggiosa pesciolina di ‘trovare un altro modo’ per cavarsela. Sicuramente Dory continuerà a dimenticarsi di tanto in tanto di ciò che la circonda ma gli spettatori avranno impresso la sua forza e la sua genuina bontà  nella memoria per molto tempo.

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