ASCOLI PICENO – Sarà avviato a giorni il censimento delle stalle in disuso da offrire agli agricoltori che hanno avuto il proprio allevamento danneggiato. L’iniziativa rientra nel piano elaborato da Coldiretti e Associazione Italiana Allevatori per prevenire i disagi alle aziende zootecniche causati dal sisma, come spiegato nel corso del convegno che ha aperto la Fiera del SS Crocifisso a Castel di Lama, con la presenza, tra gli altri, del presidente di Coldiretti Ascoli Femro, Paolo Mazzoni, del presidente nazionale Anabic, Luca Panichi, del responsabile economico di Coldiretti, Stefano Leporati, e di Marta Paniccià, dell’Istituto zooprofilattico Marche ed Umbria. In queste ore sono scattate le verifiche sugli allevamenti portati avanti dalla Regione Marche e dal Ministero della Salute.
I DANNI – L’obiettivo è valutare l’agibilità delle strutture e l’entità dei danni. Al momento agli uffici della Coldiretti è giunta una decina di segnalazioni di difficoltà, ma ovviamente il numero potrebbe variare.
IL PIANO DI COLDIRETTI – Ma quali sono gli interventi previsti da Aia e Coldiretti? “Nel caso di inagibilità di un allevamento da latte, il primo obiettivo è quello di continuare a garantire il proseguimento dell’attività, con l’Associazione che fornirà dei moduli portatili per la mungitura – ha spiegato Paolo Mazzoni, presidente della Coldiretti Ascoli Fermo -. Il secondo passo è assicurare la mandria, con recinzioni mobili e filo elettrico per raggruppare il bestiame. Il tutto in attesa di individuare la stalla dismessa più vicina”. Lo stesso percorso vale anche per gli altri tipi di allevamento, compresi quelli ovini.
IL BILANCIO – Se sino ad oggi gli allevatori non hanno avuto difficoltà a tenere gli animali al pascolo, occorre essere pronti a fronte al cambiamento delle condizioni meteo e garantire un ricovero a mucche e pecore. Ma assieme alle stalle occorre verificare anche la situazione dei fienili e delle altre strutture dove le aziende stoccano i cereali per l’alimentazione del bestiame. Anche qui Coldiretti e Aia, in collaborazione con Consorzi Agrari d’Italia, hanno previsto l’invio di strutture mobili per lo stoccaggio dei mangimi. Tra l’altro, va detto che sono arrivate numerose offerte di fornitura di cereali in segno di solidarietà da parte di allevatori di tutta Italia.
LA RICOSTRUZIONE – “Per quanto riguarda la ricostruzione – ha sottolineato il direttore di Coldiretti Ascoli Fermo, Alessandro Visotti -, oltre ai fondi generali per la ricostruzione, occorre varare una specifica misura all’interno del Piano di sviluppo rurale per sostenere le attività agricole danneggiate, da finanziarsi con specifiche risorse stanziate per il sisma”. Occorre poi rispettare l’impegno di anticipare l’arrivo dei pagamenti europei alle aziende agricole non solo a quelle dei comuni direttamente colpiti dal sisma ma a quelle di tutte le Marche, così da compensare i danni indiretti causati dal sisma. Solo in questo modo, secondo Coldiretti, sarà possibili dare un segnale della ferma volontà di rialzarsi e ripartire immediatamente dopo la tragedia. Secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat, sono 6.500 le stalle marchigiane, di cui quasi 2mila gestite a livello professionale. Vi lavorano circa 13mila persone, tra capi azienda e manodopera familiare e non, per un valore della produzione di 300 milioni di euro, un quarto del totale agricolo. Vi si allevano 57mila capi bovini, 200mila suini, 8,5 milioni polli, 192mila ovini.