ASCOLI PICENO – Il resto d’Italia va in ferie. Artigiani e commercianti, invece, ad agosto possono finalmente cominciare a lavorare per loro. Secondo i dati dell’Osservatorio nazionale Cna elaborati per la provincia di Ascoli Piceno sulla pressione fiscale nazionale e locale su artigiani, commercianti e piccoli imprenditori risulta che 216 giorni di lavoro servono per pagare il fisco e 149 per la propria famiglia.
A LAVORARE – Artigiani commercianti e piccoli imprenditori del Piceno quest’anno dovranno lavorare fino al 3 agosto solo per pagare le tasse, ma nel 2015 e nel 2014 era andata anche peggio. Dal 4 agosto, dunque, si comincerà a guadagnare per sostenere il proprio reddito e quello della propria impresa. Il miglioramento, piccolo e graduale, ma comunque costante, sta nel fatto che nel 2014 – sempre in base ai dati elaborati dalla Cna nazionale – il lavoro per il fisco finiva il 14 agosto. Mentre nel 2015 la tax free day si era fermata al 5 giorni. Altri due giorni, quindi, rosicchiati dalle nostre imprese ai tentacoli della pressione fiscale.
QUALCOSA CAMBIA – “Registriamo con soddisfazione questo leggero miglioramento – spiega Francesco Balloni, direttore provinciale della Cna – ma non possiamo dimenticare che appena nel 2011, quindi 5 anni fa, artigiani e commercianti del Piceno dovevano lavorare per il fisco fino al primo agosto. Nel 2014 si è toccata la vetta negativa con la tax free day al 14 agosto. L’anno scorso e quest’anno un ulteriore miglioramento, anche se per tornare solo allo stato del 2011, e che non era certo basso già allora, mancano all’appello ancora 2 giorni”.
LE TASSE – I dati elaborati dalla Cna fanno riferimento a un’impresa tipo che si ipotizza utilizzi un laboratorio artigiano di 350 metri quadrati e che abbia anche un negozio destinato alla vendita di 175 metri quadrati, con macchinari, attrezzature, macchine d’ufficio e di un automezzo per il trasporto conto proprio. In base a questi parametri, ad Ascoli Piceno, si registra che in due anni il totale della tax rate è scesa dal 62,2 per cento al 58,9 per cento. “Il dato è incoraggiante – conclude il direttore Balloni – ma non cambia di molto il fatto che sono quasi il doppio i giorni dell’anno che l’impresa lavora per le tasse piuttosto che per fare reddito che la marginalità, in crescita statisticamente di poche centinaia di Euro, continua a lasciare pochissimi spazi di manovra per i fondamentali investimenti su ricerca e innovazione. Meno che mai per un discorso di nuova occupazione”.