Articolo
Testo articolo principale

Cari risparmiatori creativi, avevo già impostato il pezzo. Avevo scelto il tema da affrontare questa settimana, avevo formulato il titolo e abbozzato l’immagine di copertina. Ero pronta a iniziare, ma continuavo a sentirmi inquieta. Avevo persino scritto l’intestazione, riguardava l’inizio delle vacanze estive, però le mie mani erano bloccate. Non riuscivano a proseguire. Provavo una sorta di disagio, un malessere recondito, una vergogna che non riuscivo a zittire. Allora mi sono alzata e ho cominciato a disegnare un cerchio immaginario intorno alla stanza. Mentre rosicchiavo le unghie, ho ammesso a me stessa che ero turbata. Non potevo più ignorarlo. E non ero preoccupata per una bolletta insoluta, il lavoro deludente, la vacanza mancata, la macchia sul vestito o il chilo in più segnalato dalla bilancia. Non ero tormentata da una delle solite problematiche quotidiane, talvolta frivole e superficiali. Ad angosciarmi era la storia di Emmanuel e Chinyery, la delusione nei confronti di quel genere umano che ancora fa dell’odio razziale un’ideologia, una giustificazione alle proprie sconfitte, un motivetto riluttante con cui riempirsi la bocca per avere l’illusione di esistere. Di fronte a quelle offese grevi e rivoltanti, all’efferatezza becera e incivile, agli occhi spenti e disillusi di una donna che ha perso tutto, alle giustificazioni deplorevoli che tentano di minimizzare la violenza, io non potevo scrivere di svago, creatività e divertimento. Rimbombavano nella mia mente solo gli articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e in particolar modo le prime parole dell’articolo 1: “Tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali in dignità e diritti”. Non potevo invitarvi a ignorare un segnale tanto grave di regressione etica, morale e sociale con distrazioni e passatempi, seppur lodevoli. Ciò che è successo a Fermo, deve obbligarci a riflettere. Pertanto, fermiamoci. Abbiamo bisogno di meditare, depurare la mente da quell’intolleranza che s’insinua con la falsa attenuante dell’insoddisfazione professionale o della repressione sociale. Biasimiamo noi stessi per la povertà civile che abbiamo fomentato con omertà e negligenza. Il nostro sguardo indolente e passivo ci ha reso tutti colpevoli.

IL MOTTO DELLA SETTIMANA – Questa volta desidero ricordare almeno il preambolo della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, approvata e proclamata il 10 dicembre 1948 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite affinché ognuno, sulla base di queste prime considerazioni, decida di proseguire con la lettura degli articoli per farne i mattoni con cui lastricare la propria vita:

“Considerando che il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti eguali e inalienabili costituisce il fondamento della libertà, della pace e della giustizia nel mondo; considerando che il non riconoscimento e il disprezzo dei diritti dell’uomo hanno condotto ad atti di barbarie che offendono la coscienza dell’umanità e che l’avvento di un mondo in cui gli esseri umani saranno liberi di parlare e di credere, liberati dal terrore e dalla miseria, è stato proclamato come l’aspirazione più alta dell’uomo; considerando che i diritti dell’uomo siano protetti da un regime di diritto per cui l’uomo non sia mai costretto, in supremo ricorso, alla rivolta contro la tirannia e l’oppressione; considerando che è indispensabile promuovere lo sviluppo di rapporti amichevoli tra le Nazioni; considerando che nella Carta dei popoli le Nazioni Unite hanno proclamato di nuovo la loro fede nei diritti fondamentali dell’uomo, nella dignità e nel valore della persona umana, nell’uguaglianza dei diritti degli uomini e delle donne, e che si sono dichiarati decisi a favorire il progresso sociale e a instaurare le migliori condizioni di vita nella libertà più grande; considerando che gli Stati-Membri si sono impegnati ad assicurare, in cooperazione con l’Organizzazione delle Nazioni Unite, il rispetto universale ed effettivo dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali; considerando che una concezione comune di questi diritti di libertà è della massima importanza per assolvere pienamente a tale impegno; l’Assemblea generale proclama la presente Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo come l’ideale comune da raggiungere da tutti i popoli e da tutte le nazioni affinché tutti gli individui e tutti gli organi della società, tenendo sempre presente allo spirito tale dichiarazione, si sforzino, attraverso l’insegnamento e l’educazione, di sviluppare il rispetto di tali diritti e libertà e di assicurarne, attraverso misure progressive di ordine nazionale e internazionale, il riconoscimento e la applicazione universale ed effettiva, sia fra le popolazioni degli Stati-Membri stessi, sia fra quelle dei territori riposti sotto la loro giurisdizione”.

TAG: , , , , ,