ASCOLI PICENO – E’ morto Benedetto Tito Marini, nato nel 1920, giornalista e cronista dal 1961. Marini ha scritto numerosi volumi tra cui ‘Da Meletti si racconta che…”, nel quale racconta diversi aneddoti di personalità importanti giunte nel Piceno, tra cui Gorbaciov, Verdi, Mussolini, Mascagni, Murri, Badoglio, Papa Leone XIII e Pilotti. Inoltre, il Commendator Marini riuscì ad inserire e far promuovere l’anisetta Meletti nel mercato nazionale, quando lavorava come rappresentante per la ditta di dolciumi Venchi Unica. Si batté prendendo posizione sull’autenticità della ricetta delle olive ascolane. Faceva parte del comitato dei festeggiamenti in onore di Sant’Emidio e de era un grande appassionato di musica.
IL RICORDO – Così lo ha ricordato il sindaco Guido Castelli: “Ci ha lasciato la memoria storica di Ascoli. Questo era Benedetto ‘Tito’ Marini. Un uomo che ha messo a disposizione di tutti noi la sua profonda e infinita conoscenza, che spaziava dalla cultura alla musica, dalle tradizioni alla cucina. La facilità d’eloquio che da sempre l’ha contraddistinto, lo ha eletto a guida di alto livello per tutti i grandi personaggi che hanno visitato la nostra città. Indimenticabile l’episodio con Gorbaciov quando eluse la sicurezza rischiando di rimanere stritolato fra le numerose guardie personali per farsi autografare dall’allora presidente dell’Unione Sovietica, un manifesto che ne annunciava la visita in città. Nelle sue tante pubblicazioni ha raccontato aneddoti, fatti e avvenimenti che resteranno nel cuore di tutti gli ascolani, che avevano come punto d’osservazione privilegiato il Caffè Meletti, detto il Senato ascolano, di cui Tito faceva ovviamente parte”.
GLI ANEDDOTI – “Mi chiamava spesso al telefono perché, come diceva sempre, si sentiva in dovere di dare buoni consigli. Memorabili sono le sue dissertazioni in occasione della Agape fraterna dei frati cappuccini di S. Serafino da Montegranaro il 12 ottobre. In oltre 90 anni di vita, si è dedicato anima e corpo alla valorizzazione delle eccellenze del territorio come l’Anisetta Meletti e Sua Maestà l’oliva ascolana. La festività di Sant’Emidio era legata indissolubilmente anche al suo nome, perchè membro attivo e appassionato del Comitato dei festeggiamenti in onore del Santo Patrono. Divenne anche Presidente onorario della banda di Venagrande. La Banda, come amava definirla lui ‘è il popolo che suona’ ed è per questo che durante le feste emidiane faceva in modo che le bande presenti girassero per i quartieri della città. Oggi siamo tutti profondamente tristi, perché abbiamo perso una figura di riferimento. Non possiamo fare altro che ringraziarti, ‘Cultore di Ascoli'”