SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Un piano integrato per salvare la costa marchigiana, è quanto chiede Legambiente in occasione della presentazione del Rapporto Ambiente Italia 2016 dedicato alle aree costiere italiane. Tra cemento, erosione costiera e mala depurazione, sono troppe le minacce che pesano sulla fascia costiera marchigiana già fortemente provata dagli effetti dei cambiamenti climatici.
LA COSTA – Nelle Marche, infatti, dei circa 180km di fascia costiera, sono 38,8km in erosione e 119,8km urbanizzati e spariti per sempre sotto il cemento. Sul nostro mare pesa anche il problema della mala depurazione che riguarda ancora diversi agglomerati marchigiani, per un trattamento complessivo dell’89% dei reflui urbani. Il problema dell’erosione costiera, che si farà sempre più sentire con l’innalzamento del mare dovuto ai cambiamenti climatici, è stato contrastato per molto tempo con l’utilizzo delle barriere frangiflutti che hanno solo spostato il problema, col risultato che oggi abbiamo interi tratti di costa coperti da scogliere artificiali che non permettono il ricambio idrico e la sedimentazione delle sabbie, contribuendo al progressivo abbassamento dei fondali. Per quello che riguarda il consumo di suolo, Legambiente ha condotto uno studio dettagliato sullo stato di salute delle coste italiane che nelle Marche ha evidenziato libere dal cemento quasi solamente le aree preservate dal lavoro svolto dalla aree protette. Non va meglio sul fronte della depurazione dove sulle Marche pesano sentenze di condanna da parte della Commissione Europea per il mancato rispetto della direttiva 91/271 sulla depurazione degli scarichi civili. Inoltre, Legambiente ha realizzato un’attività di monitoraggio della beach litter, con Goletta Verde che viene raccontata nel volume, e che dimostra come serva una strategia per ridurre i rifiuti portati dai fiumi e quelli prodotti dalle attività presenti nel Mediterraneo.
LEGAMBIENTE – “Le nostre coste hanno bisogno di una politica integrata che tenga conto di tutte le difficoltà e fragilità che interessano il litorale marchigiano – commenta Francesca Pulcini -. Per il futuro della costa e di tutte le Marche dobbiamo seguire la strada intrapresa dai modelli di gestione delle aree protette costiere, che hanno permesso di preservare il nostro paesaggio, la nostra biodiversità e di lavorare sul turismo di qualità e attento all’ambiente”. L’esempio marchigiano è il Conero e il Piceno con la Riserva Naturale Sentina.