ASCOLI PICENO – Stamane, il Presidente del Consiglio Comunale – Marco Fioravanti – l’Assessore alla Cultura del Comune – Giorgia Latini – e il direttore dell’Ufficio Diocesano – Simona Massari hanno presentato la mostra d’arte contemporanea, in|coscienza di Roberto Cicchinè, curata da Valentina Falcioni presso la chiesa dei SS. Vincenzo e Anastasio di Ascoli Piceno e presentata dalla Galleria Marconi di Cupra Marittima (AP) in collaborazione con l’associazione culturale Marche Centro d’Arte. La personale dell’artista che vive e opera a Massignano (AP) verrà inaugurata sabato 19 aprile alle ore 18 e rappresenterà il terzo appuntamento della rassegna Cosa c’è di nuovo oggi? che accompagnerà la suddetta galleria durante la stagione espositiva 2015/2016. Il matrimonio fra Franco Marconi e l’associazione ha portato alla realizzazione di un Expo d’Arte Contemporanea con cadenza annuale che vuole dare visibilità ai giovani artisti coevi attraverso sedi espositive collocate in preziosi scrigni del Piceno. La massima di MCdA è proprio: “Arte come mezzo di aggregazione culturale e territoriale”. Patrocinata dal Comune, dalla Provincia e dalla Diocesi di Ascoli Piceno, l’esposizione sarà caratterizzata da diverse istallazioni site specific che saranno in grado di coinvolgere tutti i sensi.
L’ARTISTA E LA MOSTRA – Roberto Cicchinè ha sempre privilegiato la fotografia come mezzo espressivo, ma i suoi progetti hanno di frequente uno sviluppo multidisciplinare. La sua massima è “ricercare nel proprio vissuto una condizione universale” e lo sguardo che Roberto getta sull’attualità mediante il suo obiettivo fotografico, spesso costituisce uno spunto per approfondire i più critici fenomeni sociali. In effetti, li osserva senza mai dimenticare che sono il risultato di una pluralità di azioni individuali, ognuna con la sua dignità decisionale. Spesso ha affrontato tematiche urgenti e piuttosto critiche del panorama contemporaneo in cui viviamo. In occasione dell’ultimo Expo di MCdA, ha esaminato con estrema sensibilità quei flussi migratori che partono dal nord Africa, attraversano il Mediterraneo e purtroppo non sempre riescono ad approdare lungo le coste europee. Ha narrato la storia di Fede e Moreen con quella speranza ormai macchiata di disillusione e attraverso il loro racconto ha ricordato che dal 2000 al 2013 il nostro mare è divenuto il cimitero sommerso di oltre 23.000 esseri umani.
Una significativa conoscenza dell’animo umano fa di Roberto un interprete acuto ed elegante. Democrito di Abdera nei suoi Frammenti scrisse: “L’uomo è un piccolo mondo” e Cicchinè è un esploratore degli abissi antropici, un investigatore dei meandri psicologici, un attento studioso dell’intrinseca geografia etnologica. I modi garbati e la profondità di spirito inoltre predispongono l’osservatore a una premurosa lettura delle sue opere. Negli ultimi lavori, tuttavia, è iniziato a trapelare qualcosa di decadente, in bilico fra malinconia e bisogno di cambiamento. L’uomo è diventato un tempio da tutelare e allo stesso tempo un bozzolo pronto alla metamorfosi. Il nuovo progetto In-coscienza sarà proprio una riflessione sul vivere la spiritualità nella realtà contemporanea.
Il titolo rivela proprio il momento in cui si rimane in bilico fra consapevolezza e istinto, quando il corpo è ancora fasciato dalla pellicola protettiva di una coscienza abitudinaria, ma i muscoli iniziano a fremere per liberarsi da quei preconcetti cristallizzati nel tempo. Descrive il dubbio, il lungo attimo di insofferenza e irrequietezza che inizia a traballare di fronte a un’intima contemplazione dell’Io in relazione all’infinito universo spirituale.
L’ambiente sacro dedicato ai santi Vincenzo e Anastasio è divenuto il guscio entro il quale è maturato questo senso di rinnovamento che è stato immortalato da Cicchinè nella fase in cui la coscienza vaga fra timore e necessità, reticenza e consapevolezza. Si tratta di un percorso circolare che non ha direzione o orientamento, un circuito che evoca l’eternità, riflette l’ordine di una pace superiore e zittisce ogni intima forma di titubanza per accrescere il senso di armonia. Gli affreschi che in passato erano presenti nella cripta dedicata a San Silvestro celebravano proprio il potere di una simile rigenerazione, la quale era considerata in grado di guarire sia la carne che la mente.