“Vi presento Andrea Cardinaletti”. Il presidente dell’Ascoli Picchio Francesco Bellini ha iniziato così la conferenza stampa che ha tenuto questo pomeriggio presso la sala stampa della sede di corso Vittorio Emanuele dopo che in tarda mattinata si era tenuto il consiglio di amministrazione. Con lui al tavolo il legale Maria Cristina Celani e la nuova figura dirigenziale di Andrea Cardinaletti appunto.
LE PAROLE DEL PATRON – “Per quattro mesi sarà consulente con una procura speciale che gli consentirà di fare essenzialmente tutto quello che faccio di norma io – ha proseguito il presidente Bellini – mentre dalla prossima stagione sarà amministratore delegato. Sostanzialmente non cambia nulla nell’organigramma, la figura di Cardinaletti verrà dopo la mia, tutti si rapporteranno con lui; resta il fatto che il Cda sarà un organo molto importante in fase decisionale. Se sarà mia l’ultima parola? Spero di no, mi auguro che venga deciso tutto all’unanimità. In tutte le mie società c’è un Ad, in Lega Pro non era una figura necessaria, ma ora penso di sì; la mia decisione è legata a motivi personali, ho una famiglia, dei ragazzi, una moglie e quindi tante cose da fare, a 68 anni comincia ad essere un grande impegno tornare costantemente ad Ascoli, impiego due settimane a smaltire il fuso orario. Grazie alla sua presenza potrò tornare in Italia ogni 2-3 mesi. Tante persone mi hanno parlato bene di lui, è un gestionale, che curerà i rapporti con la Lega, si occuperà dell’impiantistica e della parte finanziaria – purtroppo le banche da noi prendono senza dare aiuti, neanche se ci metto io la firma – si occuperà anche del centro sportivo e di rendere più moderno lo stadio. Se è vero che l’Ascoli ha 4 milioni di perdita? L’Ascoli non ha debiti, i quattro milioni li perdo io, non l’Ascoli, ma è chiaro che non posso perdere ogni anno tutti questi soldi. I soci hanno condiviso la scelta Cardinaletti – ha concluso Bellini – Faraotti non era presente, ma era ugualmente rappresentato da un’altra persona. Qualcuno ha scritto di divergenze con Faraotti, ma così non è, il nostro rapporto è sempre stato buonissimo e mi piacerebbe restasse perché fa parte del gruppo di ascolani e perché è un imprenditore di classe, ma forse ha troppi impegni e gli consiglierò di nominare un suo rappresentante che possa partecipare al Cda, organo che sarà sempre molto coinvolto. Dovete essere fieri dell’Ascoli Picchio. Ci sono molti club che ci ammirano, tanti presidenti di Serie A vogliono venirci a vedere perché essenzialmente qui si lavora bene. Sabato sarò a Vercelli con Cardinaletti. Ci dobbiamo salvare a tutti i costi e sono sicuro che ci riusciremo; sabato a fine partita anche io ero arrabbiato, ma le squadre salite dalla Lega Pro alla B sono in classifica tutte dietro di noi quindi tanto male non stiamo facendo”.
LA NEW ENTRY – “Ringrazio la città di Ascoli, stamane ho conosciuto i consiglieri e ho espresso loro tutta la mia soddisfazione di far parte di un progetto che ci coinvolge tutti – ha esordito Cardinaletti – Per me a 58 anni lavorare per questo progetto e per questa proprietà rappresenta una sfida nuova; quando ero piccolo mio padre mi portava a vedere la Serie A al Del Duca e per me Ascoli è sempre stato ‘il calcio’, essere qui è come essere al Real Madrid, non nutro ambizioni maggiori che lavorare per questo progetto. Avevo incontrato già il presidente e sua moglie perché prima di accettare era molto importante capire gli elementi di sintonia e le visioni che abbiamo relativamente al modo di lavorare. Ci siamo intesi, siamo concordi nel dover sempre giocare per vincere sia le partite sul campo, sia quelle della società sia quelle della città. E il successo non può prescindere dalla capacità di creare armonia fra tutte le componenti, società, squadra, stampa, ambiente. Tengo a precisare che non sarò un supervisore e che il mio arrivo non mette in discussione il buon operato fatto finora, ma l’intento mio e del presidente – ha concluso Cardinaletti – è quello di migliorarci costantemente; fra un mese il nostro obiettivo sarà quello di lavorare ancora meglio del mese precedente. Vogliamo che la gente si riconosca in quello che fa la Società, che voglia venire allo stadio un’ora prima e andare via due ore dopo. E i risultati della squadra devono essere coerenti con la capacità organizzativa della società”.