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ANCONA – Secondo la rilevazione trimestrale “Giuria della Congiuntura” sugli ultimi tre mesi dell’anno, nel corso del 2015 le imprese manifatturiere marchigiane sono scese da 19.860 a 19.638 con la perdita di 222 aziende. Ma quelle che sono riuscite a rimanere sul mercato, hanno aumentato per il quarto trimestre consecutivo produzione, fatturato e ordinativi.

L’INDAGINE – Secondo l’indagine a far crescere il fatturato delle 19.638 imprese manifatturiere marchigiane, nell’ultimo trimestre dell’anno, è stato soprattutto il mercato interno (+4 per cento) mentre il fatturato estero è diminuito del 2,1 per cento. Per quanto riguarda gli ordinativi sono invece aumentati di più quelli verso l’estero (+10,6) rispetto a quelli interni (+ 3 per cento). Un trimestre, quello finale del 2015, positivo anche per le imprese artigiane che hanno visto aumentare produzione (+2,8), fatturato (+4,7) e ordinativi (+6,9). Il buon andamento del comparto manifatturiero marchigiano ancora fatica a far sentire i suoi effetti positivi sul mercato del lavoro. Infatti l’occupazione tra ottobre e dicembre cresce solo nelle imprese artigiane (+2,8) mentre complessivamente cala dello 0,6 per cento.

MEGLIO LE PICCOLE IMPRESE – Disaggregando le imprese per classe di addetti, il Centro Studi Unioncamere Marche ha rilevato come questa volta a crescere di più sono state le imprese manifatturiere sotto i dieci dipendenti con la produzione che è salita del 6 per cento. Aumento che per le imprese tra i 10 ed i 49 dipendenti si è fermato allo 0,6 per cento mentre oltre i 50 dipendenti l’incremento produttivo è stato dell’1,8 per cento.

I SETTORI – Tra i settori di attività i migliori risultati sono stati ottenuti dalle imprese del legno e del mobile che hanno aumentato la produzione dell’8,8 per cento e il fatturato del 6,6 per cento. Bene anche le industrie chimiche, petrolifere e della plastica con la produzione in salita del 6,8 e il fatturato del 4,7 per cento. Sopra il 2 per cento la crescita produttiva degli alimentari (2,2) e dei metalli (2,3) mentre per la meccanica la crescita si è fermata allo 0,9 per cento. Perdono colpi il tessile e l’abbigliamento con la produzione che cala dell’1,6 per cento. In fase recessiva anche le industrie delle macchine elettriche ed elettroniche (produzione –0,6 e fatturato –3,6 per cento).

LE PROSPETTIVE – Le imprese di Pesaro e Urbino che fanno registrare le migliori prestazioni, con la produzione che aumenta del 5,5 per cento, il fatturato del 5,6 e gli ordinativi del 5 per cento. Bene anche Macerata (produzione +3,7 e fatturato +3,5). Contenuta la crescita di Ascoli Piceno (produzione +0,8 e fatturato +1,2). Per le imprese della provincia di Ancona, invece, ad una produzione pressoché stabile ( +0,1) corrisponde un calo del fatturato (-1,3). Il contrario di quel che è accaduto nel fermano dove la produzione è calata dello 0,6 per cento con il fatturato in aumento dell’1,5 per cento. Le aspettative delle imprese marchigiane per i prossimi mesi? Per la prima volta prevale l’ottimismo.

UNIONCAMERE – “Per consolidare la ripresa occorre sostenere il manifatturiero marchigiano con politiche per le reti d’impresa, le start up, l’innovazione e l’accesso al credito.  – commenta Graziano Di Battista – Tutti settori sui quali le Camere di commercio da sempre svolgono un ruolo fondamentale e intendono continuare a farlo, malgrado i tagli alle risorse che rischiano di penalizzare la nostra attività per le imprese e il territorio marchigiano”.

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