ASCOLI PICENO – Le indagini della polizia giudiziaria riguardo l’azienda di trasporto pubblico di Ascoli Piceno hanno permesso di riscontrare degli ammanchi dalle casse delle due società per oltre un milione di euro. Sotto la lente d’ingrandimento il servizio di biglietteria che, mediante convenzione, è stato affidato a due imprese, l’una di Ascoli Piceno e l’altra di San Benedetto del Tronto.
L’INDAGINE – Tre sono le denunce con l’ipotesi di reato di peculato e abuso d’ufficio. Le indagini erano partite nel 2014 a seguito di alcuni esposti presentati all’Autorità Giudiziaria e si sono concentrate sulle posizioni debitorie delle agenzie dal 2004 al 2014. E’ stato così accertato che gli indagati, titolari delle concessionarie, attraverso le loro agenzie ed in virtù di una specifica convenzione pubblica, pur riscuotendo regolarmente i corrispettivi di vendita dei biglietti e degli abbonamenti per il trasporto pubblico, sia urbano sia extraurbano, non provvedevano poi a riversarli come dovuto nelle casse delle società pubbliche.
L’ABUSO – Un sistema illecito che è risultato agevolato anche dall’assenza di procedure di controllo interno in ordine alla gestione dei rapporti con le società affidatarie dei servizi di biglietteria di Ascoli Piceno e di San Benedetto del Tronto. In più, una serie di omissioni da parte degli organi societari smorzavano le pecche con rassicurazioni sulle posizioni creditorie delle società pubbliche anche attraverso una artificiosa gestione delle registrazioni in contabilità.
IL SEQUESTRO PREVENTIVO – Sulla base della gravità delle circostanze così rilevate, su decreto del giudice per le indagini preliminari, le fiamme gialle hanno quindi preventivamente sequestrato beni per un valore di 500mila euro, ovvero una villa, un immobile ad uso abitativo e un locale commerciale con relative pertinenze, tutti siti nella provincia di Ascoli Piceno, oltre a disponibilità finanziarie. Ora si dovrà stabilire se i tre denunciati dovranno rispondere anche di danno erariale.