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Lo sapete tutti: il 27 gennaio è la giornata della memoria. Potrebbe sembrare retorico fare un post con la lista doverosa di libri che raccontano l’orrore della Shoa. Su qualsiasi mezzo di comunicazione, in questi giorni, troverete molte bibliografie, sicuramente più autorevoli di quella che posso fare io. Avrei potuto semplicemente aggiungere il mio elenco alla lista ma preferisco in questo frangente fare una riflessione più trasversale che spero possa essere utile. La memoria è una delle più alte facoltà dell’intelletto. Essa ci permette di sapere chi siamo, da dove veniamo e quali sono le nostre idee di massima sul mondo. Per Platone il pensiero è “ricordo” delle idee iperuraniche e immagino che il più terribile dei mali sia perdere ciò che si conserva nella mente. Si perde non solo il passato ma anche il futuro. Ecco perché la giornata della memoria è così importante. Essa ci ricorda quello che gli uomini sono capaci di fare, la ferocia a cui si è in grado di assuefarsi. Per restare vigili nella “memoria del male” abbiamo perciò deciso di dedicare un pomeriggio in libreria a un libro molto importante che presenteremo il 28 gennaio dalle ore 17.30 alla Rinascita. Il suo titolo è curioso: Auschwitz prima di “Auschwitz. Dovete sapere infatti che la scoperta di Auschwitz e la comprensione della sua enormità è stata possibile grazie ad un lungo lavoro di ricerca degli storici che si sono posti il dovere di ricostruire cosa accadeva nel campo. Ogni omissione sarebbe stata una ulteriore infamia. Uno storico in particolare, Adolfo Vitale, è stato il più attento dei ricercatori e a lui dobbiamo tante verità che altrimenti si sarebbero perdute. Avremo modo di capire meglio l’importanza di questo impegno.

Se, da un lato, la memoria è strumento per restare vigili contro il male, è tuttavia anche mezzo per promuovere il bene e la giustizia. Si tratta di un altro libro di memoria quello che vi propongo di venire a conoscere venerdì 29 Gennaio sempre alla Rinascita dalle ore 17. Qui il fulcro della narrazione è affidato ad una donna che ha lottato contro una altra specie di male. Sarà infatti protagonista di un incontro speciale curato dai detenuti del carcere del marino, Vera Pegna, attivista e figura di spicco della lotta alla mafia nella Sicilia del dopoguerra. Questa donna energica e combattiva si assunse, negli anni ’60, il compito di combattere contro lo status quo in uno sperduto paesino siciliano, luogo dove sembrava impossibile sconfiggere il cancro della mafia. La sua lotta, le sue vittorie e le sue sconfitte sono narrate in un bellissimo libro dal titolo Tempo di lupi e di comunisti. La cosa più interessante della sua testimonianza è il fatto che la memoria di Vera, nella Caccamo odierna, è ancora sentita e fa parte dell’immaginario dei ragazzi che in quei luoghi combattono ancora le mafie che nella storia sembrano aver cambiato nome ma non efferatezza e ingordigia. Perché la memoria serve soprattutto ad aiutarci a scegliere da che parte stare nel presente e nel futuro.

scrivetemi le vostre letture su info@bibliodiversita.it

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