ASCOLI PICENO – Oggi, 7 novembre, presso la chiesa dei SS. Pietro e Paolo di Campo Parignano ad Ascoli Piceno si è tenuta la commemorazione funebre del maestro Gaetano Carboni, un profeta illuminato dell’arte. La città si è raccolta intorno alla famiglia per celebrare la profondità intellettuale, l’ironia garbata e la sensibilità poetica di un uomo che per decenni ha saputo trasportare i cittadini lungo viaggi chimerici, aggrappati a filamenti impalpabili, fra stelle scintillanti e profeti vestiti di grazia.
IL MAESTRO – Dopo una prima formazione a Roma, Gaetano Carboni è tornato nella sua città natale, dove è stato seguito dal pittore ascolano Dino Ferrari. Non appena il carattere stilistico dell’artista si è reso manifesto con il suo peculiare afflato poetico, gli orizzonti si sono dilatati. Tantoché gli Anni ’60 sono stati contrassegnati da un succedersi di eventi che l’hanno visto valicare con crescente fermento i confini locali. In breve tempo le sue mani sono diventate il cratere di un vulcano che spruzzava energia creativa e nel corso degli Anni ’80 le retrospettive si sono moltiplicate fino ad approdare nell’Anderson Gallery della School of the Arts di Richmond (U.S.A.) e nella Johnson Museum of Art della Cornell University di New York. Il temperamento innovativo e una singolare grazia interpretativa hanno attirato lo sguardo di critici e storici dell’arte di fama internazionale come: Umbro Apollonio, Luigi Carluccio, Enrico Crispolti, Giorgio Di Genova, Aldo Passoni, Toni Toniato, Leo Strozzieri, Marco Valsecchi. Particolarmente significativa si è rivelata l’antologica Le epifanie cosmiche curata nel 2010 da Floriano De Santi presso la Galleria d’Arte Contemporanea Osvaldo Licini di Ascoli Piceno. Gli ultimi eventi di cui è stato indimenticabile protagonista risalgono al 26 luglio 2014, quando ha presentato con innata spontaneità il Palio per la Quintana di Agosto; al 28 luglio dello stesso anno, in occasione della personale Aquiloni Profeti Santi, a cura del prof. Stefano Papetti presso la Sala Cola dell’Amatrice, sita nel complesso monumentale di San Francesco ad Ascoli e al 30 luglio 2014 per un coinvolgente incontro nel suo atelier a cura di Arte Picena.
Tutta la sua produzione si è basata su un’immaginazione fantastica che è stata definita da Crispolti “Parasurrealista”. Le opere dell’artista marchigiano sono rappresentative dei diversi periodi storici che ha vissuto intensamente, degustando e poi traducendo nel linguaggio pittorico le molteplici componenti socio-culturali. I suoi lavori, tuttavia, sembrano uniti da un filo sericeo, lo stesso che sovente attraversa le tele, passa fra le esili dita di entità sacre e abbraccia l’infinito di un cielo stellato. Un altro immancabile elemento è indubbiamente la luna che sembra fare da testimone al peregrinare di quei personaggi che si librano in una perpetua indagine introspettiva e giungono infine alla consapevolezza che siamo tutti “fatti della stessa sostanza dei sogni; e nello spazio e nel tempo d’un sogno è racchiusa la nostra breve vita”.
Grazie, Gaetano!