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ANCONA – Mangiare bene per crescere bene, dando il giusto rilievo al valore nutritivo del pesce fresco locale, nell’ambito dell’educazione scolastica. È l’obiettivo del progetto Pappafish che la Giunta regionale ha finanziato per il terzo anno consecutivo e che sarà regolamentato in un prossimo bando. Verranno concessi contributi dell’80 per cento a favore dei gestori delle mense scolastiche comunali che introdurranno il pesce fresco nella dieta programmata. Accanto alla somministrazione di prodotti ittici per almeno il 10 per cento dei pasti medi giornalieri (minimo 6 volte nell’anno scolastico), verranno curate campagne educative per accompagnare gli alunni al consumo del “pesce azzurro”, facendo apprezzare ai bambini coinvolti uno stile alimentare basato sulle buone abitudini e su un corretto rapporto con il cibo.

“Le Marche rappresentano un modello nazionale nel settore dell’educazione al consumo responsabile e ai corretti stili di vita a favore delle giovani generazioni – commenta l’assessora alla Pesca, Manuela Bora – L’iniziativa rientra tra quelle previste dalla programmazione degli interventi per il settore ittico, ma assume una valenza educativa che supera ogni aspetto economico. I ragazzi imparano a conoscere il valore nutrizionale del pesce locale, la sua bontà, il suo apporto essenziale nel fabbisogno alimentare, insieme agli aspetti che riguardano la cultura e le tradizioni marinare. Un progetto ambizioso che ha avuto ampi riconoscimenti internazionali”.

La Campagna promozionale Pappafish è risultata tra i temi presentati all’interno del Vivaio Scuole, nel Padiglione Italia a Milano Expo 2015. È stata anche segnalata come modello di riferimento dal Programma europeo per la formazione permanente (Lifelong Learning Programme) e dall’Unesco (nell’ambito della Settimana dell’educazione allo sviluppo sostenibile). Lo scorso anno Pappafish ha coinvolto 42 Comuni marchigiani e 282 scuole dell’infanzia, primarie e secondarie. Oltre 25 mila bambini hanno potuto magiare il pesce a scuola, per un totale di 90 tonnellate di prodotti ittici locali consumati (dalle triglie alle alici, suri, pannocchie, sgombri, ma anche cozze, vongole e persino trote). Le scuole interessate, inoltre, hanno realizzato più di 800 laboratori educativi, in 200 dei quali i bambini hanno potuto cucinare, con le proprie mani, il pesce appena pescato dal loro mare.