ASCOLI PICENO – Coloro che frequentano il mondo del collezionismo conoscono bene la gelosia che solitamente anima quanti raccolgono per passione opere d’arte, motivati dalla volontà di circondarsi di oggetti rari e raffinati da esibire come status symbol di una solida posizione economica, ma nessuno di questi stereotipi si presta a descrivere il rapporto con la propria collezione che da un trentennio anima Venceslao Di Persio e la moglie Rosanna Pallotta.
LA COLLEZIONE DI PERSIO – I due collezionisti pescaresi hanno messo insieme una raccolta di duecento dipinti che testimonia la loro cultura e la loro convinzione che il raccogliere opere d’arte rappresenti prima di tutto una occasione di studio e di divulgazione: consentendo a storici dell’arte e studiosi di accedere alla loro raccolta, i coniugi Di Persio hanno ormai acquisito una consapevolezza della rilevanza di ognuna delle tele in loro possesso tale da essere in grado di tentare nuove strade per l’interpretazione delle opere stesse. La collezione Di Persio propone una selezione davvero ineguagliabile di tele appartenenti alle più note stagioni della pittura partenopea del XIX secolo, dalla Scuola di Posillipo a quella di Resina, dal Verismo all’Accademismo: Antonio Mancini figura fra i maggiori protagonisti della raccolta che ne accoglie svariate tele appartenenti a periodi diversi della prolifica attività del celebre pittore del quale i Di Persio hanno da poco tempo acquistato il capolavoro assoluto, “La verità”, esposto in questi mesi alla mostra Tesori d’Italia curata da Vittorio Sgarbi all’EXPO di Milano.
In questi ultimi anni i Di Persio hanno allargato gli orizzonti del loro collezionismo al contesto francese, acquisendo una sorprendente silloge di tele dei maestri attivi a Barbizon, la pittoresca località circondata dalla foresta di Fointenbleau dove si iniziò a praticare la pittura en plein air ben prima dei celebrati maestri dell’Impressionismo. Naturalmente la collezione non trascura di proporre importanti tele dei cosiddetti Italiens de Paris come De Nittis, Boldini, Zandomeneghi o il meno noto Campriani.
LA PINACOTECA CIVICA – Il momentaneo trasferimento a Caraglio di “Passeggiata amorosa” di Giuseppe Pellizza da Volpedo, uno dei capolavori del primo Novecento ospitati presso la Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno, offre la possibilità di ammirare per tre mesi una delle tele più rappresentative della collezione Di Persio, “A teatro” di Giuseppe De Nittis. Nella Sala Fior di Vita della Pinacoteca ascolana la preziosa opera dialoga con quelle di altri artisti contemporanei, come Antonio Mancini e Domenico Morelli, presenti nelle nostre raccolte grazie alla munificenza del clinico ascolano Antonio Ceci che nel 1920 legò la sua collezione al comune. Possiamo ben dire che le due dame ritratte da De Nittis si trovino a loro agio fra i sontuosi arredi rococò che rendono gli ambienti della galleria ascolana uno dei luoghi più affascinanti delle Marche perché sanno offrire alle opere esposte un contesto adeguato a potenziarne la suggestione estetica.