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ASCOLI PICENO – Giudizio negativo di compatibilità ambientale dal settore ambiente della Provincia di Ascoli Piceno sul progetto di realizzazione della sesta vasca a Relluce. Il “no” del dirigente del settore competente, Luigina Amurri, arriva dopo il diniego dei Sindaci e dell’Arpam.

LA DIFFIDA DELLA PROVINCIA – Inoltre, la Provincia determina di diffidare la Geta “a rispettare il decreto legislativo n°3612003, il progetto approvato e le prescrizioni contenute nell’Autorizzazione ambientale integrata e in particolare a provvedere, con effetto immediato, a ricoprire giornalmente i rifiuti solidi urbani abbancati in conformità a quanto previsto dai Decreti Presidenziali n° 16 del 29.01.2015, n° 30 del 12.02.2015 e n°57 del 16.03.2015 ed in particolare i rifiuti dovranno essere deposti in strati compattati e sistemati in modo da evitare, lungo il fronte di avanzamento, pendenze superiori al 30%; ricoprire giornalmente i rifiuti pericolosi abbancati in conformità a quanto previsto dalla suddetta D.D. n° 2055/GEN del 15.07.2011; realizzare i lavori e le opere relativi ai sub lotti I e li in conformità agli elaborati progettuali approvati; 2) a provvedere, nel termine di 30 giorni dalla notifica del presente provvedimento, a: realizzare l’impianto per la combustione del biogas, in conformità a quanto previsto negli elaborati di cui ai Decreti Presidenziali n° 16 del 29.01.2015, n° 30 del 12.02.2015 e n°57 del 16.03.2015; installare idonea recinzione ai sensi di quanto previsto dal D.Lgs 36(03; gestire le terre da scavo in conformità a quanto previsto dalle suddette D.D. n° 3531/GEN del 23.06.2009 e D.D. n° 2055/GEN del 15.07.2011; mantenere sul lotto ili, in attualità di coltivazione, l’argine di contenimento eio setto di separazione, il quale dovrà essere anch’esso impermeabilizzato al fine di evitare la fuoriuscita di eluati, con il conseguente rischio di inquinamento del terreno circostante”.

IL COMMENTO DI GUIDO CASTELLI – “Il blocco stradale che nella giornata di ieri, giovedì 6 agosto, ha interessato l’area dell’alto Bretta, la cd. ‘Valle dei Veleni’, rappresenta un sintomo della sempre maggiore insofferenza della popolazione, non solo ascolana, che vive a ridosso delle due discariche Geta ed IPGI. A questo proposito, tuttavia, proprio nel mio ruolo di rappresentante istituzioni, mi permetto di osservare che non siamo di fronte ad una generica richiesta di attenzione che promana da interessi localistici e particolari. Ci troviamo al cospetto, al contrario, di una presa di posizione che si basa su oggettivi criticità che nascono proprio dalla condotta contraddittoria e fuorviante della Provincia e dell’ATA dei rifiuti rispetto alla gestione della emergenza rifiuti del Piceno. Valga su tutto – a dimostrazione del paradossale comportamento di Palazzo San Filippo –  la cronistoria di quel che è accaduto il 29 luglio scorso. Il 29 luglio 2015, infatti, nello stesso momento in cui il Presidente della Provincia D’Erasmo siglava con proprio decreto n.155/2015 la proroga degli abbancamenti presso la Geta, lo stesso ente – questa volta per mano della Dirigente Amurri – contestava alla stessa Geta alcune gravissime violazioni ambientali con relativa segnalazione alla Procura della Repubblica. Il provvedimento di diffida della dirigente si basa sul referto del Nucleo Operativo Speciale Ambiente di Palazzo San Filippo che ha evidenziato, tra le altre cose: la mancata ricopertura giornaliera dei rifiuti; odori nauseabondi nell’area limitrofa alla discarica; il mancato recupero del biogas e la liberazione in atmosfera del biogas; irregolarità nella recinzione del fosso Porchiano; operazioni di sbancamento non autorizzate. Ogni commento è superfluo: mentre la struttura tecnica della Provincia sanziona la Geta, la parte politica del medesimo continua imperterrita nella sua azione di prolungamento delle sofferenze a carico della Valle dei Veleni.

I DUBBI DEL SINDACO CASTELLI – “Come si spiega tutto questo? Come non comprendere le ragioni dell’insofferenza dei cittadini di fronte a simili ambiguità ? Dove ci porteranno la cecità e il pressappochismo della Provincia e dell’ATA? Sono queste le domande che si sono posti ieri i cittadini che hanno manifestato lungo il Bretta e che saranno oggetto di una specifica interrogazione parlamentare. Ho la netta sensazione, infatti, che il pregiudizio politico che ha ispirato la campagna anti-Relluce e anti-sesta vasca da parte del PD stia esponendo tutto il Piceno al rischio di una grave compromissione ambientale ( e finanziaria)  del territorio. Per quanto mi riguarda – oltre ad impugnare presso il TAR tutti i decreti pro Geta emanati dal Presidente D’Erasmo – solleciterò un intervento diretto del Presidente della Giunta Regionale che, sono certo, vorrà intervenire per evitare il caos ambientale e per garantire il rispetto della pianificazione regionale in materia di rifiuti. La misura è colma e non vogliamo che il Bretta diventi la nuova terra dei fuochi”.

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