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LE MARCHE – Se i livelli di povertà fanno registrare lievi segnali positivi, ancora tanti sono i problemi legati all’emergenza abitativa. Negli ultimi anni c’è stato da una parte il crollo delle nuove costruzioni e/o ristrutturazioni, che ha messo in ginocchio il settore dell’edilizia (proprio oggi si sta tenendo la manifestazione organizzata da Cgil, Cisl e Uil a Roma), dall’altra si è assistito al fenomeno delle occupazioni di case non abitate – in particolare nelle grandi città – da parte di cittadini che non potevano più sostenere il canone di affitto. Anche nelle Marche la situazione presenta alcuni segnali preoccupanti legati al numero degli sfratti registrati. A lanciare l’allarme è la Uil, che parla di 2.074 richieste di esecuzione, 1794 sfratti emessi nel corso del 2014, di cui 1700 per morosità, 728 quelli effettivamente eseguiti nello stesso periodo, con una lieve flessione rispetto all’anno precedente, del 4,46%.

TROPPI SFRATTI – Sono i dati, riferiti al territorio regionale delle Marche, pubblicati dal Ministero degli Interni ed elaborati dalla Uil riguardo a quella che negli ultimi anni sta continuando ad imporsi come una vera e propria emergenza sociale. “Manca una vera politica di intervento strutturale nel settore abitativo – sottolineano Graziano Fioretti, segretario generale Uil Marche e Bruno Ulisse dell’Uniat-Uil – nel quale è evidente il fortissimo disagio dovuto sia al crescente numero di famiglie in sofferenza economica, sia alla non corrispondenza nel mercato degli affitti tra i costi e le possibilità degli inquilini. Nonostante le intese raggiunte tra Organizzazioni sindacali e Associazioni dei proprietari in alcuni grandi comuni marchigiani per i contratti a canone concordato e moderato, che per i positivi riscontri prodotti andrebbero estese anche a tutti gli altri comuni della regione, purtroppo l’unico modo per affrontare l’emergenza ad oggi, ancora una volta, è quella di ricorrere ad una nuova proroga, da riconoscere a determinate categorie sociali, considerato che il provvedimento sulla morosità incolpevole si è rivelato inefficace per complessità di procedura e per requisiti troppo stringenti, e la stessa lieve flessione del numero degli sfratti potrebbe essere letta da una parte come una stabilizzazione della situazione abitativa, ma molto più probabilmente come l’efficacia di strumenti di approccio preventivo come l’erogazione di contributi alla locazione privata, per la quale è necessario un potenziamento del relativo fondo. Si ritiene, infine, anche improcrastinabile – concludono Fioretti e Ulisse – l’istituzione di un’agenzia per la locazione, regionale o locale, per dare una soluzione abitativa a chi viene colpito da provvedimento di sfratto”.

 

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