ANCONA – “Marche, poveri in calo. Ma sono ancora troppi quelli che faticano ad arrivare alla fine del mese. Per la prima volta, dall’inizio della crisi le famiglie marchigiane in condizioni di povertà scendono nella nostra regione sotto la soglia del 10 per cento”. Lo afferma il presidente della Cna Marche Gino Sabatini, commentando i dati Istat sulla povertà elaborati dal Centro Studi Sistema Cna Marche. Lo scorso anno erano il 9,9 per cento rispetto al 13,3 per cento del 2012 ed al 10 per cento del 2013. Questa la notizia positiva. Quella negativa riguarda il fatto che la nostra regione registra il peggior risultato del Centro Nord. Peggio delle Marche fanno solo le regioni del Sud, con il record della Calabria, dove il 26,9 per cento è sotto la soglia della povertà relativa. Seguono la Basilicata con il 25,5 per cento di poveri e la Sicilia con il 25,2 per cento. A passarsela meglio sono i trentini dove i poveri sono appena il 3,8 per cento, seguiti dai lombardi (4 per cento) e dai Veneti (4,5 per cento). Complessivamente in Italia le famiglie povere sono il 10,3 per cento. Le famiglie sono considerate in condizioni di povertà relativa al di sotto di certi redditi: 625 euro per un solo componente, 1.041 per due componenti, 1.385 per nuclei con tre familiari e così via. “Non stiamo parlando dei barboni e dei senza tetto che rovistano nei cassonetti – spiega Sabatini – ma delle famiglie che non riescono a risparmiare né a sostenere spese impreviste, ritardano i pagamenti di mutui, affitti e bollette, rinunciano ad andare in vacanza, rinviano l’acquisto dell’automobile, della lavatrice o di un altro elettrodomestico, risparmiano sulle spese di riscaldamento e risparmiano anche sulle spese alimentari, potendosi permettere di mangiare la carne meno di due volte a settimana”.
I POVERI NELLE MARCHE – Nelle Marche a dover affrontare queste situazioni di difficoltà economica sono 40.881 famiglie mentre le persone povere sono 114.469. Una situazione migliore rispetto al 2013 quando i marchigiani in povertà relativa erano 156.191 e vivevano in 55.782 nuclei familiari. A stare peggio sono le famiglie con figli minori e quelle più numerose. Importante anche il livello d’istruzione. La povertà aumenta tra le persone senza titolo di studio o con licenza elementare e supera tre la percentuale di poveri con diploma o laureati. Inoltre la diffusione della povertà è decisamente più elevata tra le famiglie con stranieri e soprattutto fra quelle composte da soli stranieri.
“Negli ultimi due anni – conclude Sabatini – si è fermata la corsa all’impoverimento delle famiglie marchigiane ma la situazione è ancora decisamente instabile e basta poco per tornare ai numeri del 2012. Per aiutare le famiglie ad uscire dalle difficoltà economiche bisogna rilanciare l’occupazione, aiutando le piccole e medie imprese ad investire ed a creare nuovi posti di lavoro. Inoltre vanno rilanciati i consumi, riducendo le tasse su famiglie e imprese. Infine servono politiche per le famiglie, servizi sociali e di sostegno al reddito delle persone in difficoltà”.