Se ai nostri nonni e bisnonni avessimo detto che il formaggio può essere fatto anche senza il latte fresco, quello munto dalle nostre mucche e pecore, rigorosamente made in Italy, probabilmente sarebbero rimasti a bocca aperta. Si parla tanto di Expo, di nutrire il Pianeta in modo naturale, di un’alimentazione sana e a km 0, e contemporaneamente l’Europa impone all’Italia di produrre formaggi e latticini con il latte in polvere e non solo con quello fresco. Allevatori e associazioni di categoria hanno reagito alla notizia non troppo bene. Qualche giorno fa, infatti, si è consumata la protesta davanti a Montecitorio ed è già online una petizione contro il cosiddetto “prodotto morto”, ossia il latte disidratato, che sicuramente non è un prodotto fresco ma nemmeno un composto proveniente da un pianeta alieno. Tra l’altro, molti italiani consumano già da tempo latticini e yogurt fatti con latte in polvere, ossia la maggior parte di quelli venduti in supermercati e discount dove i frigoriferi sono pieni di marche straniere. Allora lo scandalo dov’è? Per gli allevatori italiani risiede nell’ “attacco” al sistema lattiero e caseario del Belpaese, che è conosciuto ed esporta in tutto il mondo grazie ai suoi prodotti di pregio, in cui non si utilizza il latte in polvere. Sicuramente il problema è anche e soprattutto economico, considerato che un formaggio con latte fresco richiede delle procedure molto diverse, più specifiche e “meno industriali” e, quindi, più costose. Non dimentichiamo, infatti, che l’agroalimentare italiano ha un indotto importante e per Coldiretti sono a rischio chiusura innumerevoli stalle. Il sindacato degli agricoltori, inoltre, parla di migliaia di posti di lavoro a rischio se si ottemperasse all’ingiunzione dell’Unione Europea.
COSA HA DETTO LA UE? – La Commissione europea ha diffidato l’Italia relativamente all’applicazione della legge 138 del 1974 che vieta di produrre formaggi e latticini utilizzando il latte in polvere. Una legge che finora ha tutelato i prodotti nostrani, tenendo alto lo standard di qualità. Chi protesta teme l’imposizione di una concorrenza tra produttori che porterà alla deriva verso un prodotto di scarsa qualità, una situazione che metterebbe in crisi l’intero comparto agroalimentare italiano, anche se i nostri formaggi di eccellenza (per esempio il parmigiano reggiano o il gorgonzola, per intenderci tutti gli Igp, Dop o Stg) dovrebbero essere esclusi dalle nuove direttive, perché rientrano nella gamma di prodotti che continueranno a seguire il disciplinare. L’argomentazione portata avanti dall’Unione Europea sta nel fatto che la legge 138 violerebbe la libera circolazione delle merci e dovremmo quindi adeguarci al modus operandi degli altri Paesi Europei, che permettono alle industrie casearie di aggiungere al latte fresco quello in polvere.
ED ORA COSA SUCCEDERÀ? – Con la mobilitazione a piazza Montecitorio l’Italia ha lanciato il referendum contro il “formaggio senza latte” che Bruxelles vorrebbe imporre. Il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo ha sottolineato che “si apre per i prossimi mesi un duro braccio di ferro”. La petizione lanciata dalla Coldiretti chiede l’impegno del Governo e del Parlamento per garantire la norma vigente. Il ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, ha sposato per ora la causa di Coldiretti, degli allevatori e dei produttori, annunciando che porrà la questione dell’etichettatura del latte all’Unione Europea.
Il video del Fatto Quotidiano sulla protesta a Montecitorio.