ASCOLI PICENO – Anche il sindaco Castelli torna a difendere Colle San Marco, dopo la nota delle associazioni ambientaliste di ieri. “Rispetto alla vicenda giudiziaria riguardante alcune aree di proprietà comunale in quel di San Marco e, in parte, il bosco realizzato nel corso del ventennio per celebrare la conquista dell’Impero nel 1936 credo utile riepilogare i termini della questione. Una questione che ha visto, da sempre, in prima linea il comune di Ascoli Piceno protagonista di una difesa accurata e scrupolosa del patrimonio pubblico”.
LA VICENDA DI COLLE SAN MARCO – Il sindaco fa chiarezza sulla vicenda: “Nel 2003 un privato cittadino ha promosso una causa affermando l’avvenuta usucapione di alcuni appezzamenti di terra siti tra il Colle S. Marco e San Giacomo della superfice complessiva di circa 22-23 ha, tutti di proprietà del Comune di Ascoli Piceno. Le aree in questione appartenevano al patrimonio del Marchese Sgariglia che le destinò agli Istituti di Beneficienza con uno scopo di rilevanza pubblica; il patrimonio venne poi gestito dagli Istituti Riuniti di Cura e Ricovero e nel 1982, in forza di specifico decreto regionale, trasferito al Comune di Ascoli Piceno unitamente alle funzioni impresse dal testatore. Su parte delle aree, inoltre, insistono vincoli, anche di natura paesaggistica ed idrogeologica, che ne impediscono la usucapibilità. Il Comune, pertanto, si è tempestivamente costituito in giudizio contestando fermamente la pretesa avversaria sostenendo, per le ragioni sopra evidenziate, che le aree rivendicate appartengono al patrimonio indisponibile dell’ente, e pertanto non sono usucapibili. Esaminata tutta la documentazione offerta, con propria ordinanza, il Presidente del Tribunale di Ascoli Piceno ha stabilito che ‘gran parte dei terreni oggetto della domanda giudiziale è destinata a bosco e pertanto deve essere ricompresa tra i beni del patrimonio indisponibile del Comune di Ascoli Piceno’; indi rimetteva le parti davanti a sé per la prosecuzione del giudizio. A fronte di tale statuizione il privato modificava la domanda rinunciando a circa 15 ha di superficie rivendicata originariamente, individuata nel cd. ‘bosco dell’impero’. Possiamo dire quindi che, a meno di fatti imprevedibili, il bosco è già in salvo dalla pretese private. Nel corso del giudizio il Comune contrastava anche le residue istanze avversarie sul presupposto dell’appartenenza al patrimonio indisponibile di tutte le aree in rapporto di continuità e funzionalità con il ‘bosco dell’impero’. Sulla base di ciò è stata disposta una consulenza tecnica d’ufficio. Nel corso dell’udienza del 7 luglio scorso si costituivano in giudizio, mediante intervento adesivo, le associazioni ambientaliste facendo proprie le conclusioni del Comune impegnato a contrastare la domanda del privato sin dal 2003. L’intervento delle associazioni conforta l’agire del comune di Ascoli che ha sempre voluto salvaguardare il bene comune in ogni sede, denunciando anche penalmente le attività di apposizione di ostacoli alla libera frequentazione di dette aree. Auspico che questa scelta sia il presagio di una nuova stagione di collaborazione tra associazioni e Istituzione comunale”.