Articolo
Testo articolo principale

ASCOLI PICENO – Allarme Cna: il Piceno ha il suo “record”. Dal 2010 a oggi è la provincia italiana che ha subito il più forte calo (meno 33,8 per cento) di finanziamenti erogati dalle banche. Crescono, invece, sia pur timidamente, i depositi bancari e postali delle famiglie, ma continuano ad erodersi a ritmo sempre più incalzante e preoccupante quelli delle piccole imprese, soprattutto artigiane. È uno degli indicatori della crisi che purtroppo persiste – nel Piceno più che in Italia e nel resto delle Marche – elaborati dalla Cna di Ascoli e da Fidimpresa Marche.

IMPRESE PIÙ POVERE – I dati elaborati dalla Cna provinciale, e frutto delle analisi del centro studi della Cna regionale e della Camera di Commercio di Ascoli, fotografano la situazione del Piceno a dicembre 2010 e a dicembre 2014. Dati che dicono che quattro anni fa i depositi e i risparmi di tutti gli abitanti del Piceno ammontavano a poco più di 3 miliardi e 600 milioni di euro, mentre all’inizio di quest’anno il loro importo è salito a 4 miliardi e 600 milioni di euro. Tutt’altro discorso, invece, per le piccole imprese, soprattutto se artigiane. Nel 2010 il loro reddito d’impresa – cioè quello che restava come liquidità nelle casse dell’impresa – ammontava a poco più di 66 milioni di euro. All’inizio del 2015 questo ammontare è sceso a circa 61 milioni di Euro. “Un dato – spiega Fancesco Balloni, direttore della Cna di Ascoli – che non lascia dubbi sulla forte erosione di liquidità delle nostre imprese. Erosione che inevitabilmente è andata a scapito dei processi di innovazione, sia di prodotto che di processo aziendale, e delle nuove assunzioni”.

DISOCCUPAZIONE: SEMPRE PIÙ DONNE E GIOVANI – L’elaborazione della Cna per il Piceno conferma queste enormi difficoltà. Il tasso di occupazione, nel primo trimestre 2015, si è infatti fermato al 58,2 per cento, contro la media regionale del 62,4 per cento. Gap ancora più evidente se l’analisi è di genere: 57,3 per cento di maschi occupati, 42,7 di femmine. Contro il 55,3 e il 44,7 regionale. “La situazione della liquidità e del credito – aggiunge Luigi Passaretti, presidente della Cna Picena – non è certo un qualcosa che ci coglie di sorpresa. Il rammarico, semmai, è il dover constatare il perdurare di un’assenza di politiche di rilancio dell’artigianato e della piccola e media impresa, che continua a pagare il conto della crisi a differenza della grande industria che qualche segnale di ripresa comincia a manifestarlo”. E per il Piceno – come ribadiscono i dati della Cciaa – che continua ad essere la provincia marchigiana con più alto tasso di piccole e micro imprese, i contraccolpi non mancano nemmeno in questo avvio di 2015. Nel primo trimestre dell’anno in corso, infatti, le imprese che si sono iscritte in Camera di Commercio sono state 419, ben il 5,8 per cento in meno rispetto al primo trimestre 2014. Mentre le aziende che hanno cessato l’attività sono state 574, con un ennesimo saldo negativo fra aperture e chiusure. Il tutto con l’inevitabile risultato di un trimestre ancora “nero” per l’occupazione, meno 3,9 per cento rispetto al primo trimestre del 2014. Malgrado ciò il Piceno resta la provincia delle Marche con la più alta concentrazione di occupati indipendenti: 28,1 per cento.

DIMINUITA DI UN TERZO LA CONCESSIONE DI FINANZIAMENTI – La situazione non cambia se si vanno a vedere i dati sui finanziamenti, sia a famiglie che a imprese. Il dato complessivo della provincia recita che nel 2010 le banche hanno erogato prestiti per un importo di 5 miliardi e 145 milioni, mentre a gennaio 2015 l’importo è stato pari a 5 miliardi e 114 milioni di euro. “Se si analizza il dato delle piccole imprese artigiane – spiega Gianfranco Amabili, consigliere per il Piceno di Fidimpresa Marche – i numeri sono terribilmente diversi. Nel 2010 micro e piccole imprese artigiane del Piceno hanno ricevuto finanziamenti per quasi 365 milioni, a gennaio 2015 questo importo è sceso a 268 milioni, con la perdita di quasi 1/3 dell’erogazione di fondi alle aziende con meno di 15 addetti. Cosa significa questo? Significa che per continuare a garantire le erogazioni alle grandi imprese, le banche hanno ulteriormente operato un giro di vite nei confronti delle piccole imprese, mettendole in ulteriore e grave difficoltà”.
In questo quadro tutt’altro che esaltante i dati di Fidimpresa Marche, il confidi del sistema Cna, appaiono in considerevole controtendenza. “I nostri numeri sono in controtendenza – spiega Massimo Capriotti, direttore provinciale di Fidimpresa Marche – ma lo diciamo perché, conti alla mano, nel solo 2014, senza l’intervento di Fidimpresa Marche con le sue garanzie, gli imprenditori del Piceno avrebbero ricevuto meno finanziamenti per un importo pari a circa 24 milioni di euro, pari cioè alle garanzie che ha rilasciato il nostro Confidi. E visto che le statistiche dicono che nel 2014 le banche hanno erogato crediti alle piccole imprese per 268 milioni, contro i 365 erogati nel 2010, si capisce bene quanto sia stato importante il nostro supporto che ha avuto un valore di ben 24 milioni”. Ad oggi Fidimpresa Marche, a livello regionale, ha finanziamenti garantiti in essere per 655 milioni di euro. E su questi rilascia 233 milioni di garanzie. Nel 2014 sono state circa 68 milioni le garanzie per un controvalore in termini di finanziamenti di circa 180 milioni di euro. La provincia di Ascoli ha garantito circa 24 milioni di euro che hanno permesso di realizzare oltre 700 operazioni di finanziamento.

TAG: , , , , , , ,